Wall Street futures giù: durata sell su Nasdaq più lunga dal 2016. Barkin (Fed) scatena incubo tassi anche per 2023
Futures Usa in ribasso dopo l’ennesima chiusura negativa di Wall Street, con il Dow Jones che è sceso alla vigilia di circa 173 punti (-0,5%), lo S&P 500 che è arretrato dello 0,4% e il Nasdaq Composite che ha ceduto lo 0,7%, riportando una fase ribassista di sette giorni per la prima volta dal 2016.
Alle 8.40 ora italiana, i futures sul Dow Jones scendono dello 0,25%, quelli sullo S&P 500 arretrano dello 0,23%, quelli sul Nasdaq scendono dello 0,16%.
In generale, i mercati azionari sono frenati dall’ennesimo rinfocolarsi della fiammata dei tassi dei Treasuries Usa, con quelli decennali che sono volati nelle ultime ore fino al 3,353%, al record dal 16 giugno, quando toccarono il 3,495%.
Rimane osservata speciale la corsa dei tassi dei Treasuries a due anni, ieri al 3,535%, al di sotto comunque del record dal 2007, degli ultimi 15 anni, testato la scorsa settimana al 3,55%.
Ai livelli record dallo scorso giugno anche i tassi dei Treasuries a 30 anni e a 5 anni, saliti rispettivamente nelle ultime ore al 3,484% e al 3,334%.
I rendimenti dei Treasuries, che salgono a fronte del sell off degli stessi, prezzano lo spettro di una Fed più aggressiva sui tassi: spettro che è stato rafforzato dalla pubblicazione, ieri, del dato Usa sull’Ism servizi, che si è attestato ad agosto a 56,9 punti, meglio dei 55,5 punti attesi dal consensus di Dow Jones.
Non solo. Le scommesse su una Fed di Jerome Powell più hawkish sui stati sono state intensificate dal presidente della Fed di Richmond, Thomas Barkin che, nel corso di un’intervista, ha detto di credere che le strette monetarie siano destinate a essere più veloci, che a rallentare il passo.
“Non sarei sorpreso se tutti i tassi salissero oltre il 3,50% e rimanessero lì per tutto il 2023”, ha detto Barkin. L’obiettivo, ha aggiunto, è che “i tassi reali virino in territorio positivo” e che i tassi (sui fed funds) rimangano a determinati livelli fino a quando non ci convinciamo che abbiamo vinto la lotta contro l’inflazione”.
Barkin ha posto enfasi sulla pubblicazione del dato relativo all’inflazione Usa misurata dall’indice dei prezzi al consumo CPI, che sarà reso noto la prossima settimana, martedì 13 settembre.
Sarà quello il dato che condizionerà la politica monetaria della Federal Reserve, la cui strategia si può riassumere nelle parole “alza e valuta, alza e valuta”.