Wall Street vuole il rally di fine anno, Nasdaq +1,85%: tornano i buy su Apple, Tesla scatta del 7%
Con il rally di Natale che quest’anno non si è palesato, Wall Street cerca di segnare almeno un rally di fine anno. Domani, venerdì 30 dicembre, sarà il’ultima seduta del 2022. Alle 16 circa ora italiana, il Dow Jones scatta di 268 punti (+0,82%); lo S&P 500 guadagna l’1,33 e il Nasdaq Composite sovraperforma il mercato con un rialzo dell’1,85% circa.
Ieri sessione in forte ribasso per Wall Street, con il Dow Jones che è capitolato di 365,85 punti (-1,1%), a 32.875,71 punti. Nella sessione della vigilia, lo S&P 500 è sceso dell’1,2% a 3.783,22 punti e il Nasdaq Composite ha perso l’1,35% a quota 10.213,29.
Reso noto prima dell’inizio della sessione odierna il rapporto relativo alle richieste settimanali dei sussidi di disoccupazione degli Stati Uniti.
Dal dato è emerso che, nella settimana terminata il 24 dicembre scorso, il numero di lavoratori Usa che hanno chiesto per la prima volta di percepire i sussidi di disoccupazione si è attestato a 225.000 unità, in rialzo di 9.000 unità su base settimanale e a un livello lievemente peggiore rispetto alle 223.000 unità di richieste stimate.
Il mercato del lavoro Usa rimane in ogni caso solido, e Wall Street rimane così ostaggio delle decisioni della Fed, tutta concentrata a far rientrare la crescita dell’inflazione Usa.
La paura di ennesime strette monetarie da parte della Fed di Jerome Powell continua ad assediare gli investitori.
Pessimo il trend da inizio 2022 degli indici azionari Usa, che si apprestano a concludere l’anno peggiore dal 2008.
Il Dow Jones ha perso YTD il 9,5%, lo S&P 500 il 20,6%, il Nasdaq è crollato del 34,7%, pagando la decisione degli investitori di smobilizzare le azioni growth.
“Gli investitori stanno anticipando una recessione economica, che si materializzerà all’inizio del 2023, come messo in evidenza dai tre trimestri consecutivi di utili dello S&P 500 stimati in ribasso”, ha commentato Sam Stovall, chief investment strategist presso CFRA Research – Rimane l’interrogativo sull’intensità della recessione. Noi ci aspettiamo che sia lieve”.
Riguardo alle Big Tech, si confermano anche oggi protagoniste Tesla e Apple, che stanno scontando entrambe il caos esploso in Cina, con il boom delle infezioni da Covid, dopo la decisione del governo di Pechino di abbandonare la politica zero Covid, ovvero la politica di tolleranza zero nei confronti del Covid, e di optare a favore di una sorta di ‘liberi tutti’.
Ieri forti sell sul titolo Apple, che è scivolato ai nuovi minimi delle ultime 52 settimane, scontando i timori relativi alla produzione e alle consegne dei suoi iPhone.
Il titolo del colosso degli iPhone è altra vittima illustre di queste ultime sessioni: le preoccupazioni degli investitori sono rivolte alle conseguenze che il balzo delle infezioni da Covid in Cina avranno sulla produzione e sulla consegna degli iPhone, viste le interruzioni che hanno già colpito nelle ultime settimane gli impianti di assemblaggio degli smartphone presenti nel paese.
Si temono in particolare nuove chiusure e lockdown presso l’impianto di assemblaggio di Zhengzhou gestito da Foxconn, dove vengono assemblati i componenti per la produzione di iPhone 14 e iPhone 14 Pro Max.
Ma oggi c’è voglia di rialzi, e titolo Apple rivede il segno più, salendo di oltre il 2%.
Buy anche su Tesla, che fa il bis del rally, dopo la carrellata di sell delle ultime sedute, la più lunga dal 2018.
Le vendite sono state interrotte ieri, con le azioni del colosso EV fondato e gestito da Elon Musk che sono salite di oltre il 3%. Oggi il titolo scatta subito di quasi il 7%.
Nella giornata di ieri, Elon Musk ha inviato una email ai suoi dipendenti, invitandoli a rimanere concentrati sul loro lavoro e a non prestare attenzione al trend del titolo e in generale al mercato azionario.
Nella missiva Elon Musk, ora ceo anche di Twitter (tra l’altro considerata il motivo del tonfo di Tesla, in quanto fattore di distrazione per Musk), ha chiesto ai dipendenti di “offrirsi volontari per aiutare a consegnare” auto ai clienti prima della mezzanotte del 31 dicembre.
Le quotazioni del gigante EV si apprestano a terminare comunque l’anno, il trimestre e il mese peggiori di sempre.
Sul mercato dei Treasuries Usa, poco mossi i tassi dopo la febbre della vigilia: i rendimenti dei Treasuries a 10 anni scendono lievemente al 3,86%, mentre quelli dei Treasuries a due anni sono piatti al 4,363%.