Wall Street: settimana trimestrali parte male, Nasdaq in calo di oltre -2%. Sell off su Twitter e Tesla dopo mossa Musk
Wall Street in ribasso nella settimana cruciale che dà il via alla stagione delle trimestrali Usa. I mercati temono che la carrellata imminente dei bilanci metterà in evidenza il danno inflitto dalle ripetute fiammate dell’inflazione ai profitti delle aziende della corporate America.
In calendario nei prossimi giorni le trimestrali di PepsiCo e Delta Air Lines. Verso la fine della settimana toccherà ai colossi di Wall Street del calibro di JPMorgan Chase, Morgan Stanley, Wells Fargo e Citigroup.
“Con le paure di una recessione che pesano sui mercati, gli investitori sono estremamente focalizzati sugli utili delle aziende, nella speranza di ricevere maggiori indizi riguardo alle condizioni di salute della corporate America e, in modo più ampio, dell’economia degli Stati Uniti”, ha commentato alla Cnbc Greg Bassuk, amministratore delegato di AXS Investments.
Sullo sfondo, oltre a scontare l’attesa per il meeting del Fomc, il braccio di politica monetaria della Federal Reserve, in calendario il prossimo 27 luglio, i mercati prezzano anche i fattori Twitter e Covid.
Alle 16.00 ora italiana, il Dow Jones arretra di più di 110 punti (-0,36%), a quota 31.223 punti; i futures sullo S&P 500 scendono dell’1,01% a 3.859, mentre quelli sul Nasdaq sono in flessione di oltre il 2% a 11.384 punti circa.
Sull’hi-tech pesa l’effetto del tonfo dei titoli Alibaba e Tencent che, insieme alle quotazioni di altre Big Tech made in China, hanno scontato già alla borsa di Hong Kong la notizia delle multe comminate dal governo di Pechino per violazione di leggi antitrust. A Wall Street cedono le adr dei giganti cinesi.
Le aspettative dei mercati, soprattutto dopo la pubblicazione del report occupazionale Usa di giugno di venerdì 8 luglio – che ha messo in evidenza una crescita di 372.000 nuovi posti di lavoro, decisamente superiore a quanto atteso, – sono di una stretta monetaria della Fed di Jerome Powell di 75 punti base, così come nell’ultima riunione del 15 giugno scorso, quando i tassi Usa sono stati portati al nuovo range compreso tra l’1,50% e l’1,75%.
Il sentiment fa i conti anche di nuovo con la paura della pandemia Covid-19 in Cina e nel mondo, causa la veloce diffusione della nuova variante Omicron 5.
Forte è stato il calo della borsa di Hong Kong, con l’indice Hang Seng che è capitolato fin oltre il 3% nei minimi intraday (per poi chiudere in flessione del 2,77%), non solo per l’effetto delle notizie su Tencent e Alibaba, ma anche per la decisione di Macao, regione amministrativa speciale della Cina, di chiudere tutti i suoi casinò, più di 30, insieme ad altre attività commerciali non essenziali, per la prima volta dal 2020.
Gli esercizi e le attività saranno chiusi per una settimana. Lockdown nell’area, con la popolazione obbligata a stare a casa.
“E i problemi legati al Covid non sono solo un fenomeno cinese. I casi stanno salendo in tutto il mondo, sebbene il rischio di lockdown negli Stati Uniti e in Unione europea rimanga estremamente basso”, ha scritto in una nota Adam Crisafulli di Vital Knowledge.
La curva dei rendimenti dei Treasuries Usa nel tratto a 2-10 anni rimane invertita, con i rendimenti dei titoli di stato a due anni che viaggiano al di sopra di quelli a dieci anni: segnale, quello dell’inversione, che viene considerato spesso un fenomeno che anticipa l’arrivo di una recessione. Il tasso dei Treasuries a due anni oggi è in lieve calo attorno al 3,031%, decisamente superiore ai tassi decennali, che tornano a bucare la soglia del 3%, scendendo fino al 2,982%, a conferma della paura dell’arrivo di una recessione.
Tonfo di Twitter: il titolo perde oltre -7,5%, dopo essere crollato in premercato fino a -9%, sulla scia della notizia relativa alla decisione di Elon Musk, numero uno di Tesla, di ritirarsi dall’accordo per l’acquisizione del social network.
Riflettori anche su Tesla, che arretra di oltre il 3%.
Venerdì scorso l’avvocato di Musk ha inviato al responsabile della divisione legale di Twitter una lettera, da cui è emersa l’intenzione di Elon Musk di rinunciare all’acquisto del gruppo.
La risposta del presidente del board di Twitter non è tardata ad arrivare. Su Twitter Bret Taylor ha scritto che la società è ancora impegnata a far sì che l’accordo vada a buon fine al prezzo concordato e che intende ricorrere alle vie legali per costringere Musk a portare a compimento quanto stabilito nel deal.
Nella missiva, il cui contenuto è stato reso pubblico con una documentazione depositata presso la Securities and Exchange Commission, l’avvocato di Musk Mike Ringler della società legale Skadden Arps ha ribattuto che “Twitter non ha rispettato i suoi obblighi contrattuali”:
il riferimento è alle richieste del fondatore di Tesla sul numero dei fake account e spam a cui il social network si sarebbe rifiutato di rispondere. Elon Musk rischia di versare una penale di $1 miliardo, in base ai termini dell’accordo.
Il deal è quello firmato dalle controparti del mese di aprile, che impegna Musk ad acquisire Twitter per un valore di $44 miliardi.
In una nota diffusa nella giornata di oggi IG Italia ha fatto notare che a Wall Street circolano indiscrezioni sulla nascita di un asse social tra Elon Musk e l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
“Molti sostengono appunto che Musk si sia ormai attivato per concludere un accordo con Trump riguardo alla creazione di un nuovo social network”, si legge nella nota di IG Italia “Musk non comprerà Twitter, cosa succede sui mercati”, firmata da Federico Vetrella, Market Strategist di IG Italia.