Wall Street: sentiment più cauto rispetto a inizio 2023. DJ, Nasdaq, S&P 500: il trend della settimana
Wall Street cauta, all’indomani dei forti ribassi che hanno portato l’indice Dow Jones ad azzerare i guadagni riportati dall’inizio dell’anno.
L’indice ha perso 252,40 punti (-0,76%), a 33.044,56, soffrendo la sua terza sessione consecutiva di perdite: ai livelli attuali, il Dow Jones è in calo dello 0,31% nel 2023.
Lo S&P 500 ha ceduto lo 0,76% a 3.898,85 e il Nasdaq Composite è arretrato dello 0,96% a quota 10.852,27.
Pochi minuti dopo l’avvio della sessione a Wall Street, l’indice Dow Jones rimane poco mosso, mentre lo S&P 500 e il Nasdaq avanzano rispettivamente dello 0,35% e dello 0,72%.
I tre principali indici azionari Usa si apprestano a concludere la settimana in rosso, assillati dalle preoccupazioni sulle condizioni in cui versano l’economia degli States e quella mondiale.
In particolare, con il suo calo del 3,67%, il Dow Jones si prepara a chiudere la settimana peggiore da settembre.
Lo S&P 500 ha perso fin oltre il 2,5% dall’inizio della settimana ed è orientato al trend settimanale peggiore dal mese di dicembre.
Il Nasdaq è arretrato nello stesso arco temporale di oltre il 2%, e concluderà la settimana in territorio negativo dopo due settimane consecutive di rialzi.
Protagonista della sessione odierna è Netflix, dopo che il colosso dello streaming Usa ha pubblicato i conti del quarto trimestre.
I mercati guardano al boom del numero di abbonati, pari a +7,66 milioni negli ultimi tre mesi del 2022, molto oltre i 4,57 milioni di abbonati stimati.
Netflix ha contestualmente annunciato che il co-amministratore delegato e co-fondatore Reed Hastings lascerà l’incarico attuale per diventare presidente esecutivo del gruppo.
Sarà Greg Peters, COO di Netflix, ad assumere la carica di co-CEO, insieme a Ted Sarandos.
Dopo la pubblicazione della trimestrale, il titolo Netflix è volato fino a +8% nelle contrattazioni afterhours di Wall Street.
Ora le quotazioni di Netflix avanzano del 7,6%.
Focus anche su Alphabet, la società madre di Google, che ha annunciato il licenziamento di circa 12.000 dipendenti, ovvero il 6% della sua forza lavoro. Il titolo Alphabet segna un rally di oltre il 3%.
Sul mercato del reddito fisso Usa i tassi dei Treasuries a 10 anni salgono al 3,457%, mentre i tassi a due anni avanzano al 4,174%.
Ieri, dal report settimanale delle richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione è emerso che, nella settimana terminata il 14 gennaio scorso, il numero di lavoratori Usa che hanno fatto richiesta per ricevere i sussidi è scivolato a 190.000 unità, molto al di sotto delle 215.000 unità attese.
Nel confermare la solidità dell’occupazione Usa, il dato ha rinfocolato le scommesse sull’intenzione della Fed di Jerome Powell di continuare ad alzare i tassi sui fed funds.
Di fatto, la Fed continua a mantenere alta la guardia contro l’inflazione, come dimostrano le parole proferite dal presidente della Federal Reserve Bank of New York John Williams.
Williams ha enfatizzato che c’è ancora del lavoro da fare per far scendere l’inflazione, riportandola all’obiettivo del 2% della Banca centrale americana.
In un intervento all’evento organizzato dalla Fixed Income Analysts Society, Williams ha detto che “è chiaro che la politica monetaria ha ancora più lavoro da fare per portare l’inflazione al target del 2% in modo sostenibile”.
Il Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, annuncerà la decisione sui tassi il prossimo 1° febbraio.
Secondo i dati di CME Group, i mercati scommettono con una probabilità del 97,2% su un rialzo di 25 punti base, che farebbe salire i tassi sui fed funds nel range compreso tra il 4,5% e il 4,75%.