Wall Street post Fed, il brutto risveglio con timore stagflazione: futures DJ crollano -600 punti, Nasdaq -2,8%
Brusca inversione di rotta per Wall Street, con i futures sul Dow Jones che scivolano fino a -600 punti circa: i mercati digeriscono meglio le novità arrivate ieri dal Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, che ha annunciato un rialzo dei tassi di 75 punti base, come scommesso dai mercati, al nuovo range compreso tra l’1,5% e l’1,75%, al valore più alto dal periodo precedente l’esplosione della pandemia Covid-19. La stretta monetaria è stata la più forte dal 1994.
Lo ‘strano’ rally dei mercati era stato spiegato con la fiducia, da parte degli investitori, nella capacità della Fed di Jerome Powell di frenare la fiammata dell’inflazione che, nel mese di maggio, stando a quanto è emerso dall’indice dei prezzi al consumo Usa, ha accelerato di nuovo il passo, salendo su base annua dell’8,6%.
Il dietrofront arriva con i timori che le strette monetarie della Fed finiscano per portare gli Stati Uniti in recessione. D’altronde, se c’è un termine che è rimbalzato parecchio nelle ultime settimane, è stato “stagflazione” se non “hard landing”, ovvero recessione.
Ieri, alla chiusura delle contrattazioni a Wall Street, il Dow Jones Industrial Average è balzato di 303,70 punti, o +1%, a 30.668,53; lo S&P 500 è salito dell’1,46% a 3.789,99, mentre il Nasdaq Composite ha guadagnato il 2,5% a 11.099,15.
Alle 13 circa ora italiana, il sentiment di mercato è decisamente ribaltato: i futures sul Dow Jones crollano di 600 punti circa (-1,94% a 30.053 punti circa); i futures sullo S&P 500 arretrano del 2,40% a 3.703, mentre quelli sul Nasdaq capitolano del 2,8% circa a 11.306 punti.
Inizialmente, subito dopo l’annuncio della Fed sui tassi, i rendimenti dei Treasuries, proprio per lo stesso motivo che aveva scatenato i buy sull’azionario Usa, erano crollati: quelli a 10 anni erano capitolati, subito dopo l’annuncio, di 18 punti base, al 3,301%, dopo essere volati alla vigilia al record degli ultimi 11 anni, al di sopra del 3,49%.
I tassi a due anni, più sensibili alle decisioni di politica monetaria della Fed, avevano riportato un crollo di oltre 22 punti base, al 3,216%.
Ma i timori di stagflazione e la prospettiva di nuove strette monetarie da 75 punti base infiammano di nuovo i rendimenti dei Treasuries: quelli a 10 anni schizzano al 3,44%, quelli a due anni avanzano al 3,372%, balzando di ben 9 punti base.