Wall Street post Fed: futures DJ -240 punti, Nasdaq -1,25%. In attesa Bce sentiment peggiora
Wall Street in preda ai sell dopo la sessione della vigilia, che ha visto gli indici puntare subito verso il basso dopo l’annuncio sui tassi della Fed per poi ridurre nel finale i sell.
Gli investitori stanno tentando tuttora di digerire quanto emerso dalla Federal Reserve e dalle parole proferite da Jerome Powell nel corso della conferenza stampa successiva alla comunicazione del Fomc sui tassi.
Alla fine della giornata di contrattazioni a Wall Street, il Dow Jones ha perso 142 punti circa (-0,42%), a 33.966,35 punti; lo S&P 500 ha ceduto lo 0,61% a 3.995,32 punti, mentre il Nasdaq Composite è arretrato dello 0,76% a quota 11.170,89.
Il sentiment in ogni caso peggiora, come emerge dal trend dei futures Usa.
Alle 13 circa ora italiana, i futures sul Dow Jones arretrano di quasi 240 punti (-0,70%), mentre i futures sullo S&P 500 scendono dello 0,95%. I futures sul Nasdaq scivolano di oltre l’1,2%.
Nella giornata di ieri, Fed-Day, la banca centrale americana ha annunciato di aver alzato i tassi sui fed funds di 50 punti base, al nuovo range compreso tra il 4,25% e il 4,5%.
La stretta monetaria, di entità inferiore rispetto ai precedenti quattro rialzi consecutivi dei tassi di 75 punti base, ha portato i tassi Usa al record degli ultimi 15 anni.
La Fed guidata da Jerome Powell continua a portare avanti la lotta contro la fiammata dell’inflazione Usa che, seppur smorzatasi negli ultimi mesi, rimane ben superiore al target sull’inflazione fissato dalla stessa banca centrale, pari al 2%.
Dal dot plot e dal comunicato stesso del Fomc – il braccio di politica monetaria della Fed – è emerso un volto ancora più hawkish della Fed, contro le aspettative dei mercati, che speravano in tagli dei tassi a partire dal prossimo anno. E invece no. La Fed, ed è questo che ha messo sotto pressione la borsa Usa facendo capitolare il Dow Jones di oltre 300 punti nei minimi intraday e il Nasdaq di oltre -1%, prevede anche che i tassi di interesse rimarranno elevati per tutto il 2023, con i primi tagli che avverranno soltanto nel 2024.
Ancora, nel comunicato del Fomc, è rimasta la frase secondo cui la banca centrale Usa “anticipa che gli aumenti dei tassi saranno appropriati”.
Tuttavia si rafforza tra gli esperti la sensazione di mercati sempre più scettici nei confronti della banca centrale Usa.
Basta guardare al trend dei tassi dei Treasuries Usa che, invece di salire, hanno chiuso ieri la sessione in territorio negativo, e che tuttora non recuperano terreno.
Il calo tuttavia si smorza. I tassi dei Treasuries a 10 anni arretrano di 1 punto base appena, al 3,494%, mentre i tassi dei Treasuries a due anni, più sensibili alle decisioni di politica monetaria, calano al 4,245%.
Sui mercati torna l’avversione al rischio, con gli investitori che preferiscono rifugiarsi nel dollaro Usa.
La sterlina ha perso fino a -0,9% nei confronti del dollaro, attestandosi poco al di sopra di quota $1,23, mentre l’euro arretra dello 0,60% circa a quota $1,0619.
Oggi è il BCE-Day, giorno in cui il Consiglio direttivo della Bce annuncerà la propria decisione sui tassi.
La Bce di Christine Lagarde ha annunciato il 27 ottobre scorso un nuovo maxi rialzo dei tassi pari a +75 punti base, dopo quello storico, il primo di quell’intensità dalla nascita dell’euro, dello scorso 8 settembre.
In particolare, per effetto della mossa della banca centrale europea, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale saranno innalzati rispettivamente al 2,00%, al 2,25% e all’1,50%.
Le aspettative dei mercati sono di un nuovo rialzo dei tassi da parte di Lagarde & Co., nel meeting di oggi giovedì 15 dicembre, di almeno 50 punti base, dopo le strette che hanno portato i tassi (sui depositi) a salire dal -0,50% di giugno all’1,5% a ottobre.