Wall Street: oggi l’Inflation Day insieme alla riunione Fed. Futures in rialzo: tutto quello che c’è da sapere
Grande trepidazione per il dato sull’inflazione Usa che sarà reso noto tra meno di un’ora:
si tratta dell’indice dei prezzi al consumo (CPI) Usa di novembre, che sarà attentamente monitorato dalla Fed.
Il dato viene pubblicato proprio oggi, martedì 13 dicembre, giorno in cui il Fomc, il braccio di politica monetaria della banca centrale Usa, si riunisce per formulare quella decisione sui tassi che sarà annunciata domani, mercoledì 14 dicembre.
Le aspettative dei mercati sono di una stretta monetaria di entità inferiore alle precedenti, pari a +50 punti base, dopo le quattro strette consecutive di 75 punti base, che hanno portato il costo del denaro Usa al top dal 2008, tra il 3,75% e il 4%, lo scorso 2 novembre.
Si guarda alla possibilità che l’inflazione negli States abbia toccato il picco: la prova arriverà proprio oggi, con la pubblicazione dell’indice CPI di novembre.
Gli economisti intervistati da Dow Jones prevedono
un rialzo dell’indice dei prezzi al consumo dello 0,3% su base mensile, a un ritmo dunque più lento rispetto al +0,4% m/m di ottobre, e di un balzo del 7,3% su base annua, rispetto al precedente aumento pari a +7,7%.
Il dato sull’inflazione che sarà pubblicato oggi darà anche indicazioni ai mercati su quale potrebbe essere alla fine il tasso finale, cosiddetto tasso terminale della Fed, dopo che lo stesso presidente della banca centrale Jerome Powell ha avvertito che il suo valore potrebbe essere superiore a quanto precedentemente atteso.
Gli analisti di BlackRock sono tornati nelle ultime ore a lanciare l’allarme recessione, con le banche centrali Fed, Bce e Bank of England che si apprestano nelle prossime ore ad alzare ulteriormente i tassi, rispettivamente degli Stati Uniti, dell’area euro e del Regno Unito, nella loro lotta contro l’inflazione.
“Far scendere l’inflazione significa che (le banche centrali) dovranno affossare la domanda, provocando la recessione già anticipata”, si legge nella nota di BlackRock, che aggiunge di ritenere di conseguenza che “le banche centrali continueranno a tenere i tassi alti fino a quando la recessione non si manifesterà”.
BlackRock ha fatto notare anche che i mercati stanno scommettendo in modo a suo avviso errato su un dietrofront sui tassi da parte della Fed nel 2023, dunque sull’arrivo di tagli ai tassi di interesse, nel momento in cui l’economia Usa sarà scivolata in recessione.
I futures Usa sembrano comunque sposare la narrativa di una Fed meno hawkish e di un dato sull’inflazione positivo, riportando solidi guadagni.
Ieri il Dow Industrial Average è balzato di 528,34 punti (+1,58%), a 34004.81; lo S&P 500 è salito di 56.19 punti o dell’1,43%, a 3990.58, mentre il Nasdaq ha messo a segno un progresso di 139,13 punti (+1,26%), a 11.143.75.
Alle 13.48 i futures sul Dow Jones avanzano dello 0,61%; quelli sullo S&P 500 crescono dello 0,59% e quelli sul Nasdaq sono in crescita dello 0,66%-
Tassi sui Treasuries Usa in ribasso, con quelli decennali in calo al 3,578% e quelli a due anni in flessione, al 4,371%.
Questa settimana la Federal Reserve non sarà l’unica banca centrale protagonista.
Attese al varco per le ultime riunioni del 2022 anche la Bce di Christine Lagarde (giovedì 15 dicembre) e sempre giovedì la Bank of England, la SNB (Swiss National Bank) e la Norges Bank, banca centrale della Norvegia. Sul mercato del forex, l’euro avanza dello 0,10% circa a $1,0548.