Wall Street: inflazione Usa dà colpo di grazia ai mercati, mix tossico Bce + Fed hawkish strema azionario mondiale
Mercati azionari affossati dal mix tossico Bce-Fed più hawkish. All’indomani dello shock Bce, che ha annunciato la fine del piano di Quantitative easing APP a partire dal prossimo 1° luglio e un rialzo dei tassi di 25 punti base nella prossima riunione del 21 luglio, seguito da altre strette monetarie – senza offrire nessun nuovo bazooka anti-spread -, arriva il dato sull’inflazione Usa, che mette ko le speranze degli investitori:
negli Stati Uniti l’inflazione non ha testato ancora il picco, il che significa che la Fed di Jerome Powell sarà costretta a varare strette monetarie più aggressive.
La speranza dei mercati era che la fiammata dei prezzi avesse testato il picco nel mese di marzo e che da allora fosse destinata a rallentare il passo. Le cose sono andate invece diversamente: l’inflazione Usa misurata dall’indice dei prezzi al consumo è salita infatti dell’8,6%, su base annua, rispetto al +8,3% di aprile e oltre il +8,3% stimato dal consensus. Sempre su base annua, l’inflazione core ha invece rallentato il passo, crescendo su base annua del 6%, contro il +6,2% precedente ma oltre il +5,9% atteso.
Su base mensile, né l’inflazione healine né quella core hanno dato segnali di rallentamento: l’indice dei prezzi al consumo CPI Usa è cresciuto dell’1%, decisamente oltre il +0,3% del mese precedente e oltre il +0,7% previsto. L’inflazione core è avanzata dello 0,6%, oltre il +0,5% atteso e allo stesso ritmo del mese di aprile.
Immediata la reazione dei mercati azionari Usa, che avevano dato prima della diffusione dell’indicatore una buona dimostrazione di resilienza di fronte ai sell off in corso sulle borse europee, in primis sul Ftse Mib, assediato dal rischio Italia. L’indice di Piazza Affari rimane in calo di oltre il 4%, tramortito dalle vendite che colpiscono soprattutto le banche, come Bper (-12,7%), Banco BPM (in flessione di oltre -10%, UniCredit, che scivola di oltre -8%.
Le banche italiane tornano vittime dell’ansia sullo spread BTP-Bund, che si avvicina alla soglia pericolo di 250 punti base, viaggiando verso quota 230, a fronte di tassi sui BTP decennali oltre il 3,6%. I mercati in particolare made in Italy scontano il mancato arrivo da parte della Bce di uno strumento bazooka anti-spread.
Ora, poco prima dell’inizio della sessione, i futures sul Dow Jones scivolano di oltre 400 punti (-1,26%), a 31.832 punti; i futures sullo S&P 500 soffrono un calo dell’1,41% a 3.961 punti circa; i futures sul Nasdaq arretrano dell’1,71% a 12.094 punti.
I tassi sui Treasuries a 10 anni salgono al 3,062%; a preoccupare è oggi soprattutto il trend dei tassi dei Treasuries a due anni, più sensibili alle decisioni di politica monetaria della Fed, che volano oltre il 2,90%.