Wall Street in solido rialzo, guarda a inflazione e tassi Bce e Fed. Jeremy Siegel presenta l’assist alla borsa Usa
Wall Street apre la settimana in territorio positivo, dopo i guadagni che ha incassato su base settimanale, per la prima volta dopo tre settimane consecutive di ribassi. La scorsa settimana il Dow Jones ha guadagnato il 2,66%, lo S&P 500 è salito del 3,65% e il Nasdaq Composite è balzato del 4,14%.
Alle 16 circa ora italiana, i futures sul Dow Jones salgono di 200 punti circa (+0,68%); il Nasdaq avanza dello 0,80%, così come lo S&P 500.
Importante market mover di questa settimana è la pubblicazione del dato che monitora il trend dell’inflazione degli Stati Uniti, ovvero l’indice dei prezzi al consumo Usa, che verrà pubblicato nella giornata di domani e che condizionerà la scelte sui tassi da parte della Federal Reserve di Jerome Powell.
Stando al parametro FedWatch di CME Group, i mercati stanno scommettendo su un altro rialzo dei tassi di 75 punti nel meeting di settembre – che culminerà nell’annuncio il prossimo 21 settembre – con una probabilità in rialzo al 90%, rispetto alla probabilità dell’82% prezzata la scorsa settimana.
La probabilità di una stretta pari a 50 punti base è pari ad appena il 10%.
Attenzione al discorso proferito dal presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, la scorsa settimana.
Powell ha affermato che la banca centrale è “fortemente impegnata” nel controllo dell’inflazione.
“Dobbiamo agire ora, apertamente, con forza come abbiamo fatto”, ha detto Powell intervenendo alla conferenza di politica monetaria del Cato Institute a Washington. “La storia mette fortemente in guardia contro l’allentamento prematuro della politica – sono state le parole di Powell- . Posso assicurarvi che io e i miei colleghi siamo fortemente impegnati in questo progetto e lo continueremo fino a quando il lavoro non sarà terminato”.
Nelle ultime ore è arrivata la notizia delle ulteriori limitazioni alle esportazioni di chip verso la Cina che il dipartimento del Commercio Usa intende imporre ai colossi dei semiconduttori.
Le restrizioni sono rivolte alle esportazioni di componenti per la realizzazione di chip verso quelle fabbriche cinesi che producono semiconduttori avanzati, stando a quanto ha riportato l’agenzia di stampa Reuters.
Il dipartimento Usa avrebbe inviato lettere ad hoc ai colossi americani produttori di semiconduttori KLA, Lam Research e Applied Materials già all’inizio dell’anno.
Sul mercato del forex, giornata di buy sull’euro, dopo le dichiarazioni hawkish arrivate la scorsa settimana dalla Bce di Christine Lagarde.
Oggi l’euro è balzato fin oltre l’1%, puntando verso la soglia di $1,02, prima di ridurre i guadagni a +0,66%, al momento a quota $1,0108.
A confermare l’impostazione più da falco della banca centrale europea – che la scorsa settimana ha alzato i tassi di 75 punti base, in quella che è stata la stretta monetaria più forte dalla nascita dell’euro – è stato nelle ultime ore il numero uno della Bundesbank, banca centrale tedesca, Joachim Nagel.
In un intervento a una stazione radio tedesca, Nagel ha detto che, se il quadro dell’indice dei prezzi al consumo non cambierà (+9,1% l’inflazione ad agosto nell’area euro), “dovranno seguire ulteriori chiare mosse” da parte della Bce.
L’agenzia di stampa Reuters ha riportato inoltre quanto appreso da alcune fonti anonime, secondo cui la Bce di Christine Lagarde potrebbe essere costretta a portare i tassi dell’Eurozona “in territorio restrittivo”.
Intanto l’economista e professore di Wharton Jeremy Siegel ha commentato in un intervento alla trasmissione “Squawk Box” della Cnbc di ritenere che Wall Street potrebbe sorprendere al rialzo, proprio grazie alla debolezza del dollaro Usa.
“Il fatto che la Bce sia più aggressiva significa che il dollaro può scendere. E sta davvero scendendo. E questo è molto, molto importante, in termini di profitti (delle aziende) da rimpatriare dall’estero”, ha spiegato Jeremy Siegel. Oggi il Dollar Index fa così dietrofront, attestandosi attorno a 108,21.