Wall Street: futures Nasdaq balzano di oltre 1%, assist da Microsoft e Alphabet. Oggi il Fed-Day
Futures Usa positivi, nel giorno della Fed: oggi, mercoledì 27 luglio, la Fed di Jerome Powell annuncerà la propria decisione sui tassi sui fed funds.
Alle 13.50 ora italiana, i futures sul Dow Jones salgono dello 0,45%, quelli sullo S&P 500 avanzano dello 0,82%, quelli sul Nasdaq balzano dell’1,35%.
L’ultima volta in cui c’è stata la riunione del Fomc – il braccio di politica monetaria della Fed -, alla metà giugno, Powell & Co hanno alzato i tassi di 75 punti base, come scommesso dai mercati, al nuovo range compreso tra l’1,5% e l’1,75%, valore record dal periodo precedente l’esplosione della pandemia Covid-19.
La stretta monetaria è stata la più forte dal 1994, portando alcuni a parlare perfino di Volcker shock, in un contesto in cui è tutto il mondo spaventato dall’inflazione e, di conseguenza, dagli effetti che i rialzi dei tassi tesi a fronteggiare le sue impennate finiscano per provocare un brusco rallentamento dell’economia, peggio ancora un hard landing e dunque una recessione.
Nel mese di giugno, l’inflazione degli Stati Uniti misurata dall’indice dei prezzi al consumo ha segnato una crescita, su base mensile, dell’1,3%, superiore alle attese di un rialzo mensile pari a +1,1% e oltre l’aumento precedente di maggio, pari a +1%.
La componente core, ovvero quella depurata dalle componenti più volatili rappresentata dai prezzi dei beni energetici e alimentari, è aumentata dello 0,7% su base mensile, più del +0,6% atteso e oltre anche il +0,6% precedente. Su base annua, l’inflazione è volata del 9,1%, al nuovo record di sempre, ben oltre il +8,6% previsto e il +8,3% precedente.
L’inflazione core è aumentata su base annua del 5,9%, a un ritmo inferiore rispetto al +6% precedente, ma anche in questo caso più delle attese. Immediata la reazione di alcuni economisti, come quelli di Nomura, che hanno reagito annunciando di prevedere una stretta monetaria fino a +100 punti base.
Ma Wall Street e i mercati globali sono preoccupati anche del rischio recessione, per l’economia Usa e mondiale.
Il consensus stima una stretta monetaria di 75 punti base: “Con così tante variabili da considerare, prevediamo che i mercati rimarranno volatili dopo la riunione del Fomc – ha scritto intanto in una nota riportata dalla Cnbc Mark Haefele di UBS Global Wealth Management – Con i mercati che anticipano tassi sui fed dfunds al 3,3% entro la fine dell’anno, questo significa che dopo il meeting di questa settimana, ci potrebbero essere altri rialzi dei tassi di 100 punti base circa entro la fine di dicembre. Ma il ritmo delle strette rimane incerto”.
Il sentiment positivo è sostenuto dalle trimestrali delle Big Tech Microsoft e Alphabet.
Microsoft ha annunciato una guidance di vendite incoraggianti per l’anno fiscale in corso e Alphabet, la società holding di cui fa parte Google, ha riportato entrate pubblicitarie superiori delle attese di Wall Street.
Va detto tuttavia che Alphabet ha deluso le stime degli analisti per quanto riguarda i profitti di YouTube e le attività cloud. La Big Tech ha anche indicato che potrebbero esserci ostacoli alla crescita nei prossimi mesi. Il titolo sale comunque in premercato di quasi +4%. Microsoft avanza di oltre il 3%.
Sul mercato dei Treasuries Usa, i tassi decennalisalgono al 2,794%, mentre i tassi a 2 anni oscillano a un valore superiore, al 3,059%, confermando l’inversione della curva dei rendimenti Usa.
Sono più di 150 le società scambiate sullo S&P 500 che hanno diffuso i conti relativi al secondo trimestre. Di queste, il 70% circa ha battuto le attese degli analisti, secondo i dati di FactSet.