Wall Street futures in rosso dopo rally: DJ -300 punti, borsa Tokyo -0,37%. Peggio Seoul con oltre -2%
Futures Usa e borse asiatiche in ribasso dopo il rally di Wall Street, successivo alla peggiore settimana, per lo S&P 500, dal 2020. Ieri il Dow Jones Industrial Average ha guadagnato 641,47 punti, o +2,15% a 30.530,25 punti, lo S&P 500 è salito del 2,45% a 3.764,79, mentre il Nasdaq ha messo a segno un rialzo del 2,51% a 11.069,302.
Ma i futures indicano un brusco dietrofront: i futures sul Dow Jones scivolano di oltre 300 punti (-1,11%), quelli sul Nasdaq arretrano dell’1,34% mentre quelli sullo S&P 500 scendono dell’1,23%.
L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha perso lo 0,37% a 26.149,55; male la borsa di Shanghai, che cede lo 0,50%, Hong Kong perde l’1,58%, Sidney arretra dello 0,14%, Seoul peggio con -2,2%.
Attesa per il discorso che sarà proferito oggi dal presidente americano Joe Biden, dopo un incontro previsto con i dirigenti di sette società petrolifere Usa, recentemente criticate per non contribuire alla discesa dei prezzi della benzina.
Oggi, secondo una fonte contattata dall’agenzia di stampa Reuters, Joe Biden potrebbe annunciare la sospensione temporanea della tassa federale sulla benzina di 18,4 centesimi al gallone. Lo stesso presidente degli Stati Uniti aveva detto lunedì scorso di star considerando una pausa nell’imposizione della tassa.
Forte tonfo dei prezzi del petrolio, che crollano di oltre il 3,5%, con quelli del WTI attorno a $105,35 e quelli del Brent che viaggiano attorno a quota $110 al barile. I tassi sui Treasuries Usa a dieci anni sono in ribasso al 3,24% circa.
In Asia protagoniste le minute della Bank of Japan relative al meeting di aprile:
onfermano la politica monetaria straordinariamente accomodante dell’istituzione.
Nelle minute si legge che gli esponenti della banca centrale del Giappone guidata da Haruhiko Kuroda hanno concordato sulla necessità di impegnarsi ad adottare anche ulteriori manovre di politica monetaria espansiva, nel caso in cui ciò fosse necessario, senza alcuna esitazione.
Un esponente della BOJ ha indicato che l’impostazione espansiva deve essere mantenuta al fine di blindare l’economia giapponese dall’aumento dei costi delle materie prime, alimentato dalla guerra tra Russia e Ucraina.
E chi pensa che magari Kuroda & Co abbiano potuto cambiare idea nei mesi successivi ad aprile – a cui i verbali per l’appunto si riferiscono – si sbaglia.
Nell’ultima riunione di giugno, la Bank of Japan ha reiterato “l’impegno a mantenere i tassi ai livelli attuali o anche più bassi”.
Allo stesso tempo, facendo riferimento al recente tonfo dello yen, e alle ripercussioni che potrebbe avere sull’economia (il calo dello yen rende più costose le importazioni, e il Giappone è importatore soprattutto di energia e materie prime), la Bank of Japan ha detto che “monitorerà attentamente” l’impatto delle oscillazioni dei rapporti di cambio sui fondamentali economici.
Sul mercato del forex, lo yen è affondato all’inizio delle contrattazioni delle borse asiatiche fino a 136,71 nei confronti del dollaro Usa, al minimo dall’ottobre del 1998, dopo la diffusione delle minute della Bank of Japan, che hanno confermato l’impostazione ultra dovish della banca centrale del Giappone.
Gli analisti non intravedono alcuna rimonta per la moneta, almeno nell’immediato, dopo il tonfo del 18% dai 115,08 circa della fine del 2021.