Wall Street: futures in rialzo, resistono a delusione Wells Fargo. Rumor Pinterest fanno volare il titolo (+15%)
Futures in rialzo a Wall Street, nonostante la brutta notizia arrivata da Wells Fargo, che ha annunciato di aver concluso il secondo trimestre dell’anno con utili e fatturato in calo, a causa dei maggiori accantonamenti effettuati per far fronte alla crescita degli NPL (crediti deteriorati).
Il titolo scende del 3% in pre-mercato a Wall Street.
Alle 13.35 ora italiana i futures sul Dow Jones salgono dello 0,49%, quelli sullo S&P 500 avanzano dello 0,38%, quelli sul Nasdaq dello 0,31%.
L’utile per azione di Wells Fargo si è attestato a 74 centesimi, rispetto agli 80 centesimi per azione attesi dal consensus e gli $1,38 del secondo trimestre dell’anno scorso.
Il fatturato si è attestato a $17,03 miliardi, in calo rispetto ai $20,27 miliardi del secondo trimestre del 2021 e peggio dei $17,48 miliardi stimati dal consensus degli analisti.
La reazione degli investitori verso le trimestrali pubblicate finora dalle banche Usa non è stata positiva.
In un momento in cui si teme che l’economia Usa scivolerà in una condizione di recessione-hard landing a causa dei rialzi dei tassi aggressivi previsti dalla Fed di Jerome Powell, le banche Usa stanno accantonando riserve temendo un aumento degli NPL, ovvero dei crediti deteriorati.
Ieri il titolo di JP Morgan Chase è sceso del 3,5% dopo che la banca ha annunciato per l’appunto di aver accantonato maggior riserve, mentre Morgan Stanley ha scontato un fatturato della sua divisione di investment banking più debole delle attese.
Già il mese scorso Wells Fargo aveva preannunciato un tonfo del fatturato legato alla divisione dei mutui pari a -50% rispetto al primo trimestre, a causa dell’effetto dei tassi di interesse più alti sulle domande di mutui e delle attività di rifinanziamento.
Tra i titoli occhio al rally di Pinterest, che vola del 19%, dopo le indiscrezioni del Wall Street Journal, secondo cui il fondo attivista Elliott Maanagement avrebbe rilevato una quota superiore al 9% del capitale del gruppo social.
Ieri il Dow Jones Industrial Average ha perso lo 0,46%, o -142,62 punti, a 30.630.17, lo S&P 500 è sceso dello 0,3% a 3.790.38, mentre il Nasdaq Composite ha chiuso praticamente piatto, con un rialzo di appena +0,03% a 11.251,19.
Il caos Italia, con le dimissioni annunciate dal presidente del Consiglio Mario Draghi poi rifiutate dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, non fa di certo bene ai mercati, instillando nuovi dubbi sulla capacità dell’Europa, nel bel mezzo di una crisi politica in tempi di guerra, di sventare la recessione.
In Cina è allarme sul mercato immobiliare, dopo la ribellione di diversi proprietari di immobili che hanno deciso di boicottare il pagamento dei mutui su quei progetti che non sono stati ancora ultimati.
Oggi le autorità di vigilanza dei mercati e delle banche hanno indetto una riunione di emergenza per decidere il da farsi. Nella tarda serata di ieri il South China Morning Post ha riportato che il boicottaggio si è allargato, con gli acquirenti di più di 230 proprietà situate in 86 città che, con il loro atto di ribellione, si sono rifiutati di onorare il pagamento delle rate sui mutui.
Diramati alcuni dati macro in Cina, in primis quello relativo al Pil del secondo trimestre.
Nel periodo compreso tra i mesi di aprile e giugno, periodo in cui è esplosa l’ondata di pandemia più forte dal 2020 e in cui diverse sono state le città a cui è stato imposto il lockdown – in base alla politica zero Covid del governo di Pechino – il Pil della Cina è sceso del 2,6% su base trimestrale, peggio della flessione pari a -1,5% attesa.
Su base annua, l’economia cinese ha riportato una espansione pari a +0,4%, pegio del +1% atteso dagli analisti.
“La crescita del Pil del secondo trimestre è stata la peggiore dall’inizio della pandemia, visto che i lockdown, in particolare a Shanghai, hanno inciso in modo grave sull’attività (economica), all’inizio del trimestre”, ha commentato alla BBC Tommy Wu, capo economista di Oxford Economics.
Wu ha agginto che, “i dati di giugno sono stati comunque migliori, con l’attività che si è ripresa dopo che la maggior parte dei lockdown è stata ritirata”.
“Il punto è che la crisi del settore immobiliare ha continuato a pesare sulla crescita”, ha aggiunto Wu.