Wall Street futures in lieve calo in attesa della Fed. Focus sui titoli Exxon e GM post trimestrali
A Wall Street futures sotto pressione nel giorno in cui inizierà la riunione del Fomc, il braccio di politica monetaria della Federal Reserve guidata da Jerome Powell.
Nel pieno della stagione delle trimestrali Usa, attenzione al titolo del colosso petrolifero Exxon Mobil, che scende di oltre il 3% in premercato a Wall Street, nonostante il gigante dell’oil abbia battuto le attese degli analisti sugli utili e sul fatturato.
Exxon ha riportato nel quarto trimestre un eps di $3,40, su un fatturato di $95,43 miliardi, meglio dei $3,29 per azione e del giro d’affari di $94,67 miliardi stimati dal consensus.
Da segnalare che le quotazioni di Exxon Mobil sono reduci da un rally di oltre l’80% riportato nel corso del 2022.
Occhio anche al colosso dell’auto Usa General Motors, che assiste a un balzo del titolo del 3%: GM ha reso noto di aver concluso il quarto trimestre del 2022 con un utile di $2,12 per azione, superiore agli $1,69 per azione attesi dagli analisti intervistati da Refinitiv. Il fatturato, pari a $43,11 miliardi, è stato migliore dei $40,65 miliardi previsti. GM ha presentato anche un outlook solido per il 2023.
La grande attesa per l’esito della riunione della Fed ha depresso ieri i mercati azionari Usa.
Il Dow Jones ha perso 260,99 punti -0,77%, a 33.717,09. Lo S&P 500 ha ceduto l’1,3% a 4.017,77. Il Nasdaq Composite è scivolato dell’1,96% a 11.393,81.
I futures Usa confermano l’incertezza presente sui mercati. I futures sul Dow Jones, sullo S&P 500 e sul Nasdaq perdono lo 0,15%, lo 0,14% e lo 0,36%.
Grande attesa per il verdetto della Fed che arriverà domani, 1° febbraio, al termine della riunione del Fomc. Il mercato scommette su un rialzo dei tassi sui fed funds di 25 punti base.
Nell’ultimo meeting del 2022, il Fomc ha alzato i tassi di 50 bp, portandoli al range compreso tra il 4,25% e il 4,5% e rallentando il passo degli aumenti dei tassi dopo quattro strette consecutive da 75 bp.
Le ultime proiezioni dei responsabili di politica monetaria – contenute nel dot plot – indicano tassi in aumento oltre il 5% quest’anno, livello a cui dovrebbero rimanere fino al 2024.
Lo S&P 500 si avvia a concludere il gennaio migliore dal 2019, in crescita del 4,64% da inizio anno, in rialzo per il terzo mese degli ultimi quattro.
Il Dow Jones ha incassato invece un rialzo YTD pari a +1,72%, mentre il Nasdaq Composite è avanzato dell’8,86% a gennaio, riportando la migliore performance su base mensile dal mese di luglio.