News Notizie Indici e quotazioni Wall Street: futures in lieve calo, sale Airbnb dopo trimestrale. Bene Tesla dopo rally +7%

Wall Street: futures in lieve calo, sale Airbnb dopo trimestrale. Bene Tesla dopo rally +7%

15 Febbraio 2023 13:27

A Wall Street i futures sul Nasdaq, sul Dow Jones e sullo S&P 500 confermano l’incertezza del sentiment, all’indomani dell’Inflation Day. Alle 13.25 circa ora italiana, i futures sul Dow Jones sullo S&P 500 e sul Nasdaq scendono dello 0,25% circa.

Tra i titoli focus su Airbnb, la piattaforma americana che permette agli utenti di affittare i propri spazi mettendoli in contatto con chi, per motivi di viaggio o lavoro, ha bisogno di una sistemazione.

Airbnb ha annunciato i risultati del quarto trimestre del 2022: l’utile per azione si è attestato a 48 centesimi, molto meglio dei 25 centesimi attesi dal consensus, su un fatturato che si è attestato a 1,90 miliardi di dollari, molto meglio rispetto agli $1,86 miliardi previsti.

Il titolo scatta di oltre il 10%. Prosegue la corsa di Tesla, che ieri ha chiuso la sessione con un balzo di oltre il 7%.

Un assist al titolo del colosso EV fondato e gestito da Elon Musk è arrivato tra l’altro nelle ultime ore dall’hedge fund di George Soros, Soros Fund Management, che ha acquistato nel quarto trimestre altri titoli TSLA, così come altre azioni di Alphabet e Disney.

Questi ultimi due titoli rimangono indifferenti allo shopping di Soros. Focus anche su altri titoli acquistati e smobilizzati da Berkshire Hathaway, la holding fondata da Warren Buffett.

Berkshire ha fatto incetta di altre 21 milioni di azioni di Apple, per un valore superiore ai 3 miliardi di dollari, portando il totale dei titoli AAPL detenuti a 915,6 milioni alla fine del 2022, corrispondenti a un valore di mercato che supera ampiamente quota $110 miliardi.

Sforbibiata invece in modo significativo la quota detenuta nella banca US Bancorp, con il numero di azioni detenute sceso dai precedenti 52,5 milioni ad appena 6,7 milioni di titoli.

Ridotto infine, e per l’ennesima volta, l’investimento in Bank of New York Mellon, con uno smobilizzo di oltre 37 milioni di azioni che porta la quota detenuta dalla conglomerata di Buffett a poco più di 25 milioni di azioni.

A Wall Street il sentiment continua a essere condizionato dal trend dell’indice dei prezzi al consumo degli Stati Uniti, che è stato pubblicato alla vigilia.

Dopo la pubblicazione del dato il Dow Jones Industrial Average ha chiuso in calo di più di 156 punti; lo S&P 500 è rimasto praticamente piatto, con una variazione pari a -0.03%, mentre il Nasdaq Composite ha azzerato le perdite sofferte durante la sessione per chiudere in rialzo dello 0,57%.

“Sebbene non ci siano state grandi sorprese con l’indice CPI di oggi, si tratta comunque di un dato che ci ricorda che l’inflazione può aver raggiunto anche il picco ma, anche, che potrebbe volerci del tempo prima di vederla tornare a livelli normali”, ha commentato il manager di Morgan Stanley Global Investment Mike Loewengart, in una nota.

Nel mese di gennaio, si è appreso nella sessione di ieri, l’inflazione Usa misurata dall’indice dei prezzi al consumo CPI è salita al ritmo del 6,4% su base annua, in rallentamento rispetto al precedente incremento del 6,5%, ma oltre il +6,2% atteso dal consensus degli economisti.

Su base mensile, le cose sono andate anche peggio. Il dato ha segnato un rialzo dello 0,5%, superiore al +0,4% atteso, e in decisa crescita rispetto al precedente aumento dello 0,1%.

Quest’ultimo trend di dicembre è stato tra l’altro rivisto al rialzo dal -0,1% inizialmente riportato.

Sempre su base mensile il CPI core, ovvero l’indice CPI depurato dalle componenti più volatili rappresentate dai prezzi energetici e dei beni alimentari, è salito a gennaio dello 0,4%, crescendo su base annua del 5,6%, ritmo inferiore rispetto al +5,7% di dicembre ma più del +5,5% previsto dal consensus.

Insomma, l’inflazione degli Stati Uniti rallenta ma non al ritmo previsto dagli economisti e sperato dai mercati, fattore che dimostra come l’ansia sui nuovi rialzi dei tassi da parte della Fed di Jerome Powell sia destinata a rimanere.

Sul mercato del reddito fisso, i tassi dei Treasuries Usa a dieci anni ora rallentano al 3,753%, a fronte di tassi dei Treasuries Usa a due anni che scendono al 4,597%.