Wall Street: futures accelerano al ribasso, fiammata tassi Treasuries non si ferma. Dalla Fed nuovi alert hawkish
A Wall Street futures Usa in peggioramento, dopo la seconda sessione consecutiva negativa della vigilia per la borsa Usa: ieri il Dow Jones Industrial Average ha perso 90,22 punti (-0,30%), a 30.333,59; lo S&P 500 ha segnato un calo dello 0,8% a 3.665,78. Il Nasdaq Composite ha ceduto lo 0,61% a quota 10.614,84.
Alle 12.30 circa ora italiana, i futures sul Dow Jones accelerano al ribasso, perdendo più di 130 punti (-0,42%), quelli sullo S&P 500 arretrano dello 0,60%, quelli sul Nasdaq cedono lo 0,91%.
L’ansia sulla direzione dei tassi di interesse continua ad assillare gli operatori di mercato, anche a causa della fiammata dei rendimenti dei Treasuries Usa. Ieri quelli a 10 anni sono volati fino al 4,22%, incassando in due sessioni un balzo superiore ai 20 punti base. E la marcia rialzista non si ferma qui. Nella giornata di oggi, i tassi dei Treasuries a 10 anni continuano a puntare verso l’alto, salendo fino al 4,2843%, nuovo record dal 2008.
In rialzo anche i tassi dei Treasuries a 2 anni, balzati nelle ultime ore fino al nuovo massimo storico in 15 anni, dal 2007, al 4,639%.
I mercati prezzano una Fed più aggressiva, come dimostrano i futures sui fed funds con scadenza a maggio 2023 che, nelle ultime ore e per la prima volta, sono schizzati oltre alla soglia del 5%, a conferma di come i trader prevedano che la banca centrale alzerà i tassi fino a quel livello prima di fermarsi, nella sua lotta contro l’inflazione.
A rincarare la dose di una Fed ancora più falco sono state nelle ultime ore le dichiarazioni del presidente della Federal Reserve di Philadelphia, Patrick Harker, in un discorso riportato dal sito Cnbc.
Harker ha indicato come il livello più alto dei tassi di interesse abbia fatto finora poco per tenere sotto controllo l’inflazione. Il prossimo meeting del Fomc, il braccio di politica monetaria della Federal Reserve guidata da Jerome Powell, è in calendario nei due giorni 1-2 novembre.
Il consensus prevede il quarto rialzo consecutivo dei tassi di 75 punti base, volto a frenare l’inflazione Usa, dal range attuale compreso tra il 3% e il 3,25%. “Continueremo ad alzare i tassi per un po’. Vista la chiara e deludente assenza di progressi nel frenare l’inflazione, prevedo che ci muoveremo ben oltre il 4% entro la fine dell’anno – ha detto Harker, continuando – A un certo punto, l’anno prossimo, interromperemo i rialzi dei tassi. A quel punto, dovremmo mantenere i tassi nella fase restrittiva per un po’ di tempo, per fare in modo che la politica monetaria faccia il suo lavoro. Ci vorrà un po’ prima che i costi più alti del capitale producano effetti nell’economia. Dopo di che, se sarà necessario, potremo alzare i tassi ancora, a seconda dei dati”.