Wall Street con i piedi di piombo in vista Fed. Focus su tassi Treasuries ed euro-dollaro
Wall Street inizia la settimana all’insegna dei ribassi, preparandosi comunque a concludere il mese di ottobre in forte rally.
Focus soprattutto sull’indice Dow Jones, che ha riportato il rialzo, su base mensile, più forte in più di 40 anni, ovvero dal gennaio del 1976. I tre principali indici azionari Usa interrompono la fase ribassista dopo due mesi consecutivi di perdite.
In particolare, nel mese di ottobre, il Dow Jones è balzato del 14,40%, riportando per l’appunto il trend migliore dal gennaio del 1976, quando era salito del 14,41%. Nell’ultima settimana, il DJ è salito del 5,72%.
Lo S&P 500 è volato dell’8,8% a ottobre, ed è avanzato del 3,95% la scorsa settimana, riportando la seconda settimana consecutiva di guadagni.
Il Nasdaq Composite è avanzato del 2,24% la scorsa settimana, mettendo a segno un rialzo del 4,98% nell’intero mese di ottobre.
Oggi il sentiment sui mercati è tuttavia negativo, complice l’incertezza in vista della decisione sui tassi che la Fed guidata da Jerome Powell annuncerà dopodomani, mercoledì 2 novembre, dopo il meeting del Fomc – il braccio di politica monetaria della banca centrale Usa – che prenderà il via domani.
Alle 12.17 circa ora italiana, i futures sul Dow Jones perdono lo 0,30%, i futures sullo S&P 500 arretrano dello 0,40%, quelli sul Nasdaq cedono lo 0,55%.
Gli economisti prevedono un nuovo (quarto) rialzo dei tassi di 75 punti base (il quarto) dal range attuale, compreso tra il 3% e il 3,25%: ennesima stretta monetaria volta a frenare l’inflazione negli Stati Uniti.
Gli stessi sottolineano tuttavia come il presidente Powell potrebbe, nella conferenza successiva all’annuncio della Fed, smorzare i suoi toni hawkish e lasciar così prevedere strette meno aggressive, a partire dal meeting di dicembre.
Sul mercato dei Treasuries Usa, i tassi sui titoli di stato Usa a 10 anni salgono al 4,044%, in crescita di 6 punti base circa, in attesa della Fed. I tassi a due anni, che sono più sensibili alle decisioni di politica monetaria della banca centrale Usa, scattano di 7 punti base circa al 4,4928%. L’euro è sotto pressione nei confronti del dollaro, perde lo 0,30% circa a $0,9933.
Prosegue la stagione delle trimestrali Usa: questa settimana toccherà ad alcuni colossi, del calibro di Uber, Pfizer e Advanced Micro Devices.