Wall Street: buy soprattutto sul Nasdaq, Tesla scatta di oltre +4% dopo news Elon Musk
Wall Street positiva, apre la seconda settimana di contrattazioni dell’anno, in una settimana che sarà determinante sia per le informazioni che arriveranno dal fronte macro che per quelle relative alla Corporate Usa.
Pochi minuti dopo l’inizio della sessione a Wall Street, il Dow Jones avanza di oltre 120 punti (+0,37%); lo S&P 500 sale dello 0,46%, mentre il Nasdaq balza dello 0,86%.
Tra i titoli osservati speciali Tesla, che segna un rally del 4% dopo la notizia relativa alla decisione di Elon Musk di chiedere a un giudice federale di spostare la sede del processo che lo vede accusato da un azionista del colosso produttore di auto elettriche al di fuori della città di San Francisco e dello stato della California.
Secondo Musk, l’attacco dei media contro la sua persona potrebbe condizionare l’esito del processo, che è stato intentato contro di lui sulla scia di alcuni tweet postati nell’agosto del 2018, quando disse di disporre di finanziamenti sufficienti ad acquistare Tesla per $420 per azione, procedendo così al delisting del titolo.
Quei post su Twitter provocarono forti oscillazioni del titolo TSLA tanto che, la scorsa primavera, il giudice Edward Chen definì i tweet falsi.
Allo stesso tempo, Chen scrisse che uno degli azionisti non aveva fornito prove sufficienti per stabilire la colpevolezza di Elon Musk, rimandando il processo all’inizio di quest’anno.
I legali di Musk hanno però chiesto al giudice federale che il processo venga spostato nel distretto occidentale dello stato del Texas, che include la capitale Austin, ovvero nei pressi della sede dove Elon ha trasferito il quartiere generale di Tesla, alla fine del 2021.
Motivo: il presunto accanimento inferiore nei suoi confronti da parte dei media, rispetto a quello presente in California.
Tra i titoli sotto i riflettori, focus anche su Uber, che beneficia dell’upgrade del rating da “neutral” a “overweight” da parte di Piper Sandler; bene anche Nvidia, nominata top pick dagli analisti di Wells Fargo. Acquisti sui colossi delle carte di credito Visa e Mastercard, dopo che gli analisti di Keybanc hanno migliorato i loro rating sulle azioni da “sector weight” a “overweight”.
Tornando al trend in generale di Wall Street, la prima settimana di contrattazioni dell’anno è stata caratterizzata da forti buy: gli indici Dow Jones e S&P 500 hanno concluso la settimana migliore dal mese di novembre e il Nasdaq Composite ha riportato la settimana migliore da dicembre.
Il Nasdaq, in particolare, ha interrotto la scia ribassista dopo quattro settimane consecutive di ribassi.
A incorniciare la settimana è stata la pubblicazione, venerdì scorso, del report occupazionale Usa del mese di dicembre.
Dal report è emerso che l’economia Usa ha creato il mese scorso 223.000 nuovi posti di lavoro, lievemente al di sopra della crescita di 200.000 nuovi posti stimata dal consensus di Dow Jones, e che i salari, parametro cruciale per monitorare il trend dell’inflazione, sono cresciuti a un ritmo inferiore alle attese, riportando un aumento dello 0,3% su base mensile, rispetto al +0,4% atteso.
Il report ha alimentato le speranze di un soft landing (e non hard landing) per l’economia Usa e, anche, di rialzi dei tassi di interesse da parte della Fed più contenuti, volti a sfiammare l’inflazione.
Lo scorso venerdì, la borsa Usa ha riportato così ufficialmente il suo primo rally del 2023:
l’indice Dow Jones è volato di 700 punti (+2,13%), mentre lo S&P 500 e il Nasdaq Composite sono saliti rispettivamente del 2,28% e del 2,56%, dopo la pubblicazione dei numeri relativi al mercato del lavoro degli States.
A proposito di inflazione, giovedì 12 gennaio sarà l’Inflation Day, con la pubblicazione dell’indice dei prezzi al consumo Usa di dicembre, che darà importanti indicazioni sul trend dell’inflazione negli Stati Uniti, fornendo anche qualche segnale sulle possibili prossime mosse della Fed di Jerome Powell.
Gli economisti intervistati da Bloomberg prevedono un indice dei prezzi al consumo CPI headline in crescita del 6,6% su base annua, rispetto al +7,1% di novembre, e un trend su base mensile praticamente piatto.
Il CPI core è atteso anch’esso in rallentamento su base annua, in rialzo del 5,7% a dicembre dopo il 6% di dicembre. Su base mensile, la componente core dell’indice dei prezzi al consumo Usa è attesa invece in rafforzamento dello 0,3%, dopo il +0,2% di novembre.
Venerdì 13 gennaio sarà poi la volta della diffusione dei conti delle Big Banks made in US, che apriranno ufficialmente la stagione degli utili Usa relativa al quarto e ultimo trimestre del 2022.
Va detto che, nella sessione di venerdì, oltre all’azionario Usa ha segnato un poderoso rally anche il mercato del reddito fisso, e dunque di un sensibile crollo dei rendimenti.
In particolare, i tassi dei Treasuries Usa a dieci anni sono crollati di oltre 16 punti base al 3,56%, mentre i tassi dei Treasuries a 2 anni sono capitolati di 18,9 punti base al 4,264%. I tassi dei Treasuries a 30 anni sono scesi fino a quasi -12 punti base, al 3,68%.
Il risultato di movimenti tanto scatenati, tra gli altri, è stato l’allargamento dello spread tra i rendimenti dei Treasuries a 10 anni e quelli dei titoli di stato Usa a tre mesi – l’inversione di questa curva è un altro segnale che anticipa l’avvento di una recessione – , al record negativo dal 1982.
Sull’azionario globale, incide oggi positivamente anche la notizia della decisione del governo di Pechino di riaprire la frontiera con Hong Kong. Nel fine settimana, la Cina ha posto fine di fatto a uno dei pilastri della sua politica zero Covid, che ha tenuto chiusi i confini tra la Cina continentale e Hong Kong per quasi tre anni.