Wall Street apre la settimana del Thanksgiving. Sentiment incerto, US Dollar verso mese peggiore dal 2020
A Wall Street trend contrastato per principali indici azionari Usa. Alle 15.36 ora italiana, il Dow Jones è piatto con una variazione pari a +0,09%, lo S&P 500 arretra dello 0,40% e il Nasdaq scende dello 0,61%.
I tassi sui Treasuries Usa a 10 anni fanno dietrofront e scendono al 3,773% mentre quelli a due anni rimangono in lieve rialzo, al 4,529%. Attenzione anche al dollaro Usa: l’US Dollar Index è sceso dall’inizio di novembre del 3,36% e si appresta a concludere il mese peggiore dal luglio del 2020, quando soffrì una flessione del 4,15%.
Wall Street si appresta ad entrare nella settimana del Thanksgiving, che quest’anno si festeggia negli Stati Uniti giovedì 24 novembre: quel giorno, la borsa Usa rimarrà chiusa, per poi riaprire il giorno dopo, dunque nel Black Friday, e chiudere in via anticipata alle 13 ora di New York.
Si sfiamma il rally che Wall Street ha messo a segno dopo la pubblicazione, lo scorso 10 novembre, del dato sull’inflazione misurato dall’indice dei prezzi al consumo (CPI) degli Stati Uniti.
Il rallentamento delle pressioni inflazionistiche, messo in luce dall’indicatore, aveva fatto sperare i trader in una Fed meno aggressiva nel percorso di rialzi dei tassi. Ma alcune dichiarazioni arrivate da alcuni stessi esponenti della Fed hanno stroncato le speranza di una banca centrale Usa meno hawkish.
In particolare, il presidente della Fed di St Louis James Bullard ha detto che “i tassi non si trovano ancora in un’area in cui possono essere considerati sufficientemente restrittivi” e che “un livello dei tassi sui fed funds appropriato sarebbe quello compreso tra il 5% e il 7%”, dunque a un livello molto più alto di quanto i mercati stanno prezzando.
Gli ultimi dati macro relativi all’inflazione degli Stati Uniti avevano alimentato la speranza di strette monetarie inferiori rispetto ai rialzi dei tassi di 75 punti base, che la Fed di Jerome Powell ha varato per quattro volte consecutive.
Una nota che contribuisce al sentiment negativo a Wall Street è arrivata dagli strategist di Goldman Sachs: secondo gli esperti del colosso bancario Usa, la fase del mercato orso non si è ancora conclusa.
“Le condizioni che sono di solito coerenti con un mercato azionario che abbia toccato il fondo non sono state ancora soddisfatte”, hanno scritto gli strategist del colosso bancario Usa, tra cui compaiono i nomi di Peter Oppenheimer e Sharon Bell.
Per il team di Goldman Sachs, le condizioni necessarie per una qualsiasi ripresa sostenibile del mercato azionario vengono considerate il picco dei tassi di interesse e valutazioni più basse rispetto a quelle attuali, che riflettano l’avvento di una recessione.
In termini pratici, gli strategist di Goldman Sachs prevedono che lo S&P 500 terminerà il 2023 a quota 4.000 punti (superiore di appena lo 0,9% rispetto alla chiusura di venerdì scorso), mentre il target di fine 2023 per l’indice dell’azionario europeo Stoxx Europe 600 è stato fissato a un livello superiore del 4% circa rispetto a quelli attuali, attorno a 450 punti.
Tra i titoli scambiati in premercato a Wall Street, focus su Disney, titolo eccezione nella sessione odierna che in premercato schizza fino a +9% dopo la notizia relativa al ritorno, nelle vesti di numero uno del colosso dell’intrattenimento Usa, di Bob Iger con effetto immediato, in sostituzione di Bob Chapek.
La Disney con un annuncio nella tarda serata di domenica ha dichiarato di aver riconfermato Iger come amministratore delegato, con effetto immediato, dopo le critiche che hanno affossato il successore scelto da Iger come amministratore delegato, Bob Chapek, in relazione alla gestione della multinazionale.
La notizia arriva 11 mesi dopo che Iger ha lasciato la Disney, e pochi giorni dopo che Chapek ha dichiarato di voler tagliare i costi della società, che è stata gravata dall’aumento dei costi del suo servizio di streaming, Disney+.