Trump: ‘se Iran vuole la guerra sarà la sua fine’. Il mix tweet + Opec fa volare petrolio
Il petrolio rallenta la corsa, ma rimane saldamente in territorio positivo dopo il rally seguito al tweet di Donald Trump contro l’Iran e alle dichiarazioni rilasciate nella giornata di ieri dal ministro saudita dell’energia Khalid al-Falih.
La combinazione dei due fattori ha portato i futures sul Brent a salire fino a oltre +1% a $73,40 al barile, al record dal 26 aprile scorso.
Il contratto Usa WTI scambiato sul Nymex di New York è volato anch’esso di oltre +1%, fino a $63,81, al massimo dal 1° maggio scorso.
Alle 13.50 ora italiana circa, il WTI rallenta, salendo dello 0,40% a $63,01, così come rallenta il Brent, che avanza dello 0,53% a $72,59.
Bellicoso il tweet che Trump ha scritto nella giornata di ieri. Se l’Iran vuole la guerra, ha tuonato il presidente Usa, “sarà la sua fine”.
Il rinfocolarsi delle tensioni geopolitiche ha dato una spinta ai prezzi del petrolio. Tra l’altro, anche l’Arabia Saudita si è scagliata contro Teheran, minacciando di rispondere con “tutta la forza di cui dispone” e aggiungendo che spetta al paese cercare di evitare una guerra.
Dal fronte Opec, invece, il ministro saudita al-Falih ha detto che all’interno del cartello dei paesi esportatori di petrolio, così come anche tra i paesi alleati non Opec, c’è l’intenzione di continuare a spingere al ribasso le scorte “in modo gentile” e, allo stesso tempo, di intervenire per soddisfare i bisogni di “un mercato fragile”.
Gli operatori hanno interpretato le parole del ministro in chiave bullish, scommettendo sull’intenzione dei paesi Opec non Opec di continuare a ridurre la loro offerta di crude.