Trump mette ko anche Piazza Affari, male Ferrari e titoli oil
Seduta incolore per Piazza Affari che si uniforma al cattivo umore delle altre maggiori Borse mondiali in scia al nuovo allarme dazi. Dopo lo sprint del 2,77% di ieri, l’indice Ftse Mib ha ceduto lo 0,43% a 19.150 punti. Ieri a dare slancio alla Borsa di Milano sono stati i segnali di apertura del governo a una riduzione del target di deficit per andare incontro alle richieste dell’UE. Il vertice di ieri sera non ha dato indicazioni precise ma si va verso una rimodulazione della Manovra con target deficit che potrebbe scendere in area 2,2%. Oggi lo spread Btp-Bund risulta di nuovo in allargamento a 295 punti base.
A dettare l’umore ai mercati sono le parole belligeranti di Donald Trump in vista del vertice G20 di Buenos Aires, dove ci sarà l’incontro tra Trump e il presidente cinese Xi Jinping per trovare un compromesso sui dazi. Il presidente degli Stati Uniti ha dichiarato in un’intervista al Wall Street Journal che è “altamente improbabile” che accetti la richiesta del governo cinese di tenere a bada l’aumento dei dazi. Trump ha aggiunto che se i negoziati non si risolvono, la Casa Bianca introdurrà anche tariffe sul resto delle importazioni cinesi che attualmente non sono soggette a dazi. “Se non facciamo un accordo, allora inserirò i 267 miliardi di dollari aggiuntivi” a un tasso del 10% o del 25%, ha detto al Wall Street Journal.
Tra le opzioni citate da Trump c’è poi la novità della possibilità, se i negoziati con Pechino risultassero infruttuosi, di dazi al 10% anche per gli smartphone, importati dalla Cina. Una mossa che potrebbe impattare su Apple e indirettamente sui suoi fornitori, tra cui l’italiana Stm scesa dello 0,55% oggi a Piazza Affari. Secondo gli analisti di Equita l’applicazione di tale dazio sarebbe negativa per tutta la supply chain di Apple. Apple pesa per circa il 13% del fatturato di Stm.
Tra i singoli titoli si sono mossi in territorio negativo i titoli oil (-1,12% Saipem, -1,88% Tenaris) con il petrolio tornato suoi minimi in area 50 dollari al barile.
Dietrofront nell’ultimo scorcio di giornata per Ferrari. Il titolo del Cavallino Rampante è andato a chiudere un calo del 3,72% a quota 92,2 euro, nei pressi dei minimi da inizio anno. A far affiorare le vendite sul settore auto in generale sono state le indiscrezioni riportate dalla rivista economica tedesca WirtschaftsWoche che riferisce che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump potrebbe imporre tariffe sulle auto importate già la settimana prossima dopo l’incontro del G20 a Buenos Aires. Nel dettaglio il rischio è quello di dazi del 25% sulle importazioni di automobili da tutti i paesi, ad eccezione del Canada e del Messico.
In tenuta invece FCA (+0,12% a 14,816 euro) già balzata ieri del 5% in scia alle indiscrezioni circa la possibile cessione di Comau (azienda che produce robot) con una possibile valutazione di circa 2 miliardi di euro. Il settore auto ha trovato una spinta anche dall’annuncio di GM di tagli per il 15% della forza lavoro con risparmi potenziali per 6 miliardi di dollari.