Tencent e CATL in lista nera, aumentano tensioni Usa-Cina
Gli Stati Uniti hanno deciso di inserire Tencent Holdings e Contemporary Amperex Technology nella lista nera a causa di presunti legami con l’esercito cinese. Questa mossa inaspettata arriva a poche settimane dall’insediamento di Donald Trump, colpendo il più grande editore di giochi al mondo e il principale produttore di batterie per veicoli elettrici.
Contemporary Amperex Technology, fornitore chiave di Tesla, è stata aggiunta insieme a Tencent nel registro federale delle entità considerate legate all’Esercito Popolare di Liberazione. Entrambe le società hanno contestato la loro inclusione, affermando di non avere alcun legame con l’esercito. In seguito alla notizia, il titolo di Tencent è sceso di oltre il 7% a Hong Kong, segnando il calo intraday più significativo da ottobre. Anche le azioni di CATL hanno subito una diminuzione di oltre il 5%, il più grande ribasso in circa tre mesi.
Questa blacklist rischia di esacerbare le tensioni tra le due maggiori economie mondiali. Sebbene la lista del Pentagono non comporti sanzioni specifiche, scoraggia le aziende statunitensi dal collaborare con i membri inclusi. CATL rifornisce non solo Tesla, ma anche molti dei più grandi produttori automobilistici del mondo, da Stellantis a Volkswagen. La sua inclusione potrebbe perturbare tale ecosistema proprio mentre Washington e Bruxelles lanciano l’allarme sul crescente dominio della Cina in un settore industriale chiave.
Il Pentagono ha messo nel mirino anche SenseTime Group e Changxin Memory Technologies, evidenziando un produttore cinese di chip di memoria considerati cruciali per gli sforzi di Pechino nello sviluppo di semiconduttori e intelligenza artificiale. L’agenzia ha aggiunto anche il colosso petrolifero Cnooc e Cosco Shipping Holdings, entrambi precedentemente presi di mira da Washington. Le azioni di Cosco sono scese fino al 4,4% a Hong Kong, mentre quelle di Cnooc sono calate fino all’1,6%.
“Comprendiamo la reazione di panico del mercato, ma riteniamo anche che l’inclusione nella lista non suggerisca necessariamente che vi siano prove sufficienti per confermare che la decisione sia stata corretta,” ha scritto l’analista di Citigroup Alicia Yap.