Tassi Fed e crisi banche Usa, Goldman Sachs prevede una pausa. ‘Rialzi potranno tornare dopo’
Per gli analisti di Goldman Sachs, la Fed di Jerome Powell oggi non annuncerà alcun rialzo dei tassi, sulla scia delle recenti turbolenze di mercato scatenate dalla paura di una crisi bancaria, in Europa con il caso Credit Suisse e negli Stati Uniti con il crac di SVB (Silicon Valley Bank).
Il Fomc – braccio di politica monetaria della Federal Reserve – che si è riunito nella giornata di ieri, annuncerà oggi la propria decisione sui tassi.
Nell’ultima riunione del 31 gennaio-1° febbraio, la Fed di Jerome Powell ha annunciato un rialzo dei tassi di interesse Usa di 25 punti base, al range compreso tra il 4,5% e il 4,75%, record dall’ottobre del 2007.
Il consensus prevede per oggi una stretta monetaria di 25 punti base. Non Goldman Sachs:
“Ci aspettiamo che il Fomc faccia una pausa nella sua riunione di marzo a causa dello stress presente nel sistema bancario. Sebbene le autorità abbiano risposto in modo aggressivo per sostenere il sistema finanziario, i mercati appaiono poco convinti del fatto che gli sforzi volti a supportare le banche di piccola e media dimensione siano sufficienti”.
Detto questo, Goldman Sachs parla solo di “una pausa nella lotta all’inflazione, che non dovrebbe rappresentare un problema”.
“Riportare l’inflazione al 2% è un obiettivo di medio termine, che il Fomc prevede di risolvere solo gradualmente
nell’arco dei prossimi due anni. Il Fomc potrà tornare in azione velocemente nel caso in cui dovesse essere appropriato, e lo stress sulle banche potrebbe avere anche effetti disinflazionistici”.