Shock petrolio, borsa Tokyo -5%, Sidney -7,33%. Titoli energetici & oil affondano fin oltre -20%
L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo precipita di oltre -5%, soffrendo per la precisione un tonfo del 5,07% a 19.698,76 e crollando al minimo di chiusura in oltre un anno. Da segnalare che il listino azionario del Giappone è in perdita del 16% dall’inizio dell’anno.
A trascinare al ribasso la borsa di Tokyo e in generale l’azionario è, oltre al fattore coronavirus-COVID-19, il flop della riunione, a Vienna, tra i paesi Opec e non Opec.
Le controparti non hanno raggiunto un accordo sui tagli all’offerta da lanciare, con la Russia che ha detto no alla proposta dell’Opec di tagliare l’offerta di ulteriori 1,5 milioni di barili al giorno, a partire da aprile fino alla fine dell’anno.
L’Arabia Saudita ha così deciso di varare sconti massicci ai prezzi di vendita ufficiali del proprio petrolio, scatenando l’avversione al rischio sui mercati, che ora paventano una guerra dei prezzi sul mercato petrolifero.
L’Hang Seng di Hong Kong crolla del 3,58%, lo Shanghai Composite cede il 2,56% circa, il Kospi coreano -4,19%. Tonfo per la borsa di Sidney, con l’indice S&P/ASX che brucia il 7,33%. La borsa di Singapore (indice Straits Times Index) capitola di oltre il 4%.
Tra i titoli, alla borsa di Sidney sono precipitati Santos (di oltre -26%) e Beach Energy (-20% circa). Sia i prezzi del WTI che del Brent sono crollati del 30% circa, e il contratto WTI scambiato a New York ha bucato anche la soglia dei 30 dollari.
KO i titoli oil & energetici: in Giappone, Japan Petroleum Exploration ha sofferto un tonfo superiore a -11%, mentre i titoli azionari cinesi PetroChina e CNOOC quotati a Hong Kong sono scivolati rispettivamente del 9,3% e del 16,48%.