Segno più per le borse europee in attesa dell’Opec
Borse europee positive in attesa del responso del meeting dell’Opec. Secondo quanto riferito dal Ministro del Petrolio saudita, Khalid A. Al-Falih, c’è perfetta convergenza tra i membri del Cartello sull’estensione di nove mesi, e quindi fino alla fine del 2018, dei tagli alla produzione. Ora bisognerà vedere come si comporterà la Russia, che in passato si è spesso detta contraria a un’estensione anticipata. Alla prima seduta in positivo dopo tre segni meno, il future con consegna febbraio sul Brent all’ICE passa di mano a 63,26 dollari il barile, +1,17% rispetto al dato precedente.
Intanto sono arrivate indicazioni contrastanti dai dati economici di Eurolandia. Sotto le stime l’inflazione, salita nel mese corrente dell’1,5% annuo, al di sopra dell’1,4% di ottobre ma inferiore all’1,6% stimato dagli analisti. Al netto delle componenti più volatili, la c.d. inflazione “core”, il dato si è confermato allo 0,9% (consenso 1%), contro l’1,2% di agosto e l’1,1% di settembre.
“Con il dato generale in miglioramento, l’andamento dell’indice ‘core’ continua a destare preoccupazione”, ha commentato Bert Colijn di ING. “Il calo allo 0,9% -continua l’esperto- non è stato causato esclusivamente da contrazioni una tantum di alcune categorie, ma da un declino nella crescita dei prezzi in diversi comparti”. “Anche se una debolezza prolungata era attesa, a sorprendere è la completa mancanza di una ripresa”.
Va meglio il mercato del lavoro. Stimato stabile all’8,9 per cento, il mese scorso il tasso di disoccupazione nei Paesi aderenti la moneta unica è arretrato all’8,8%. Per l’indice, che ad ottobre 2016 si attestava al 9,8%, si tratta del risultato migliore dal gennaio del 2009. Nel pomeriggio dagli Stati Uniti, oltre al consueto aggiornamento sulle nuove richieste di sussidio, sono in calendario le statistiche su bilancia delle partite correnti, indice dei prezzi PCE, redditi-spese e Chicago PMI.
A metà seduta, Londra segna un rialzo di un quarto di punto percentuale, Madrid sale dello 0,38 per cento e Parigi dello 0,44%. La performance migliore è quella di Francoforte, +0,82%.
Sul listino della City Aviva segna un +2,26% dopo aver alzato la view sulla crescita degli utili dal 2019 a “oltre il 5%”. Inoltre, la compagnia ha reso noto di voler portare il “payout ratio”, il rapporto fra dividendi distribuiti e utile netto, tra il 55 e il 60 per cento degli utili operativi. Tonfo di oltre 20 punti percentuali per Daily Mail and General Trust (-22,65%) dopo aver annunciato una perdita lorda nell’esercizio fiscal terminato a settembre.