Pil Italia: maxi downgrade anche da S&P, ora prevede crescita +0,1% (come da rumor stime governo)
Standard & Poor’s ha tagliato l’outlook sulla crescita del Pil italiano relativa al 2019 al +0,1% dal ++0,7%. E’ quanto risulta da un report sull’Eurozona stilato dall’agenzia di rating. Le stime sul Pil dell’area euro sono state riviste da +1,6% a +1,1% a causa del deterioramento dei fondamentali di Italia e Germania e anche per la domanda esterna più debole.
Se i rumor riportati da Reuters e Il Sole 24 Ore saranno confermati, la crescita attesa dal governo M5S-Lega – che sarà resa nota entro il prossimo 10 aprile nel Def – sarà pari a quella stimata da S&P.
Il Centro studi di Confindustria ieri ha snocciolato previsioni peggiori, stimando per l’anno in corso una crescita pari allo zero.
Tornando all’outlook del Mef, il ministro dell’economia Giovanni Tria e colleghi sarebbero pronti a tagliare le stime di crescita del Pil italiano per il 2019 ad appena +0,1%, a fronte di un Pil programmatico fissato in precedenza a +1%.
Proprio per la crescita minore, il rapporto deficit-Pil – stando a quanto riportato da Reuters – dovrebbe essere rivisto al rialzo dal 2,04% al 2,4% del Pil (proprio il target pomo della discordia che aveva provocato lo scontro con l’Unione europea nel corso delle trattative sulla legge di bilancio).
Da ricordare che il target deficit-Pil era stato stabilito in base a una crescita prudenziale dello 0,6%. La fonte di Reuters ha confermato tuttavia la fiducia del governo nel decreto crescita, precisando che la misura potrebbe portare il Pil a crescere dello 0,2% e a tagliare il deficit al 2,3%.
Il Sole 24 Ore ha riportato ieri le stesse indiscrezioni: “Def, crescita ferma a +0,1% e deficit verso quota 2,4%”, è il titolo dell’articolo.
“La crescita di quest’anno, secondo gli ultimi dati elaborati dal Mef, si ferma allo 0,1%, contro l’1% programmato a dicembre”.
Sono questi, quelli del Pil e del deficit Pil, “i due numeri chiave con cui il Documento di economia e finanza certificherà gli effetti della frenata congiunturale e le sue ricadute sulla finanza pubblica”.
“Il quadro tendenziale – ha precisato il Sole – è ancora provvisorio, anche perchè prima dell’appuntamento del 10 aprile con il consiglio dei ministri sono attesi dall’Istat i dati con l’aggiornamento dei conti trimestrali della Pubblica amministrazione e la produzione industriale di febbraio. Ma i ritocchi difficilmente potranno essere superiori al decimale, verso una n crescita allo 0,2% e un deficit al 2,3%, anche alla luce degli ultimi calcoli sulla spesa per interessi con uno spread che rimane alto (ieri ha chiuso a 248) ma 20-30 punti sotto i livelli presi a riferimento a dicembre”.