Pil, inflazione, deficit: Bruxelles stima recessione tecnica. Il nuovo outlook su Ue ed Eurozona
La Commissione europea ha annunciato di prevedere per l’Unione europea e l’Eurozona una crescita del Pil rispettivamente del 3,3% e del 3,2% nel 2022.
Per il prossimo anno, la crescita del Pil è attesa indebolirsi al ritmo dello 0,3% sia nel caso dell’Ue che dell’area euro. Le stime sono state pubblicate oggi da Bruxelles, nella nota “Autumn 2022 Economic Forecast”.
“L’inflazione Ue e dell’Eurozona sono attese salire rispettivamente del 9,3% e dell’8,5% (nel 2022), per poi rallentare nel 2023, ma rimanere elevate”: per l’Ue, si prevede un tasso di inflazione al 7%, per l’Eurozona del 6,1%.
Il rapporto deficit-Pil del 2022 è stimato dalla Commissione europea in calo al 3,4% in Ue e al 3,5% nell’area euro. Ma “nel 2023 – si legge nelle previsioni autunnali – prevediamo un aumento del deficit al 3,6% nell’Unione europea e al 3,7% nell’area euro”.
Nel citare lo shock dei prezzi energetici dovuto alla guerra in Ucraina, la Commissione spiega che, “nonostante la contrazione del Pil prevista per il quarto trimestre, il momentum del 2021 e la forte crescita del primo semestre dell’anno dovrebbero far salire la crescita reale del Pil del 2022 nel complesso del 3,3% in Ue, ben al di sopra della proiezione di crescita pari a +2,7% contenuta nell’outlook estivo Summer interim Forecast (SiF)”.
Detto questo, si prevede per il quarto trimestre una contrazione dell’attività economica che “dovrebbe continuare nel primo trimestre dell’anno”.
Per Bruxelles l’Ue, l’area euro, e la maggior parte dei paesi membri, dovrebbero così cadere questo inverno in recessione tecnica.
“La crescita tornerebbe poi in primavera, con l’inflazione che dovrebbe rallentare progressivamente la sua presa sull’economia. Tuttavia, visti gli ostacoli notevoli che continuano tuttora a frenare la domanda, l’economia Ue riuscirà a riportare soltanto una crescita debole. Per il 2023 nel complesso, sia il Pil dell’Ue che dell’area euro cresceranno al ritmo dello 0,3%, ben al di sotto dell’1,5% per l’Unione europea e il +1,4% per l’Eurozona stimati nelle proiezioni precedenti diffuse in estate”.