Pil Giappone va giù nel III trimestre, pesano inflazione e deprezzamento yen. Rischio depressione?
Il Pil del Giappone con il segno meno nel terzo trimestre dell’anno. E’ quanto emerge dai dati preliminari diffusi dal governo di Tokyo. A pesare, sono stati l’accelerazione dell’inflazione e l’ulteriore deprezzamento dello yen. Nei tre mesi terminati il 30 settembre, il prodotto interno lordo del Giappone è sceso dello 0,3%, rispetto alla crescita dello 0,3% attesa dal consensus degli analisti e ben al di sotto della crescita del trimestre precedente, pari a +1,1%. Il Pil è sceso anche su base annualizzata, soffrendo una flessione dell’1,2%, inferiore alle aspettative di una crescita dell’1,1% e in forte peggioramento rispetto all’espansione del 4.6% del trimestre precedente.
Il trend del Pil del Giappone dimostra quanto l’economia sia zavorrata dall’aumento dell’inflazione: nel mese di settembre, la componente core dell’indice dei prezzi al consumo è balzata di fatto al record degli ultimi otto anni. L’impennata dell’inflazione, unita al profondo deprezzamento dello yen (attorno a quota JPY 146 nei confronti del dollaro), ha frenato la già bassa propensione agli acquisti da parte dei consumatori giapponesi.
Nonostante il balzo dell’inflazione, va detto che la Bank of Japan é alle prese, tuttora, con il fenomeno dei tassi negativi.
Contrariamente alle principali banche centrali dei paesi avanzati, Fed, Bce e Bank of England in testa, e a molte altre dei paesi emergenti – la Bank of Japan continua a confermarsi mosca bianca nel panorama della politica monetaria mondiale. Motivo: l’inflazione, che anche se sale, non lo fa in modo sostenibile.
In un discorso recente, il governatore Haruhiko Kuroda ha detto che, solo “quando si riusciranno a intravedere il raggiungimento del target di inflazione al 2% e gli aumenti dei salari, la BoJ potrà iniziare a discutere sull’uscita dalla politica monetaria espansiva, e andare verso la normalizzazione della politica monetaria”.
Tornando al Pil del Giappone appena diffuso, anche se sono cresciuti lievemente al di sopra del +0,3% nel terzo trimestre, i consumi privati hanno rallentato notevolmente il passo dalla crescita dell’1,2% del trimestre precedente.
Molti economisti lo dicono chiaro e tondo: “l’aumento dei prezzi non è dovuto al rafforzamento della domanda, né avviene in un contesto di boom dell’economia; questo fattore, unito al fatto che i salari non sono saliti al fine di compensare la crescita dell’inflazione, rende gli esperti prudenti sul rischio che un calo dei consumi possa portare l’economia del Giappone in un ciclo di depressione, con le famiglie che decidono di tenersi stretto il portafoglio”. (già lo fanno in tempi normali).