Picco inflazione Usa davvero raggiunto? Dal parametro preferito dalla Fed arriva ulteriore conferma
Nel mese di ottobre, l’inflazione core degli Stati Uniti misurata dall’indice PCE core – parametro preferito dalla Fed – è salita su base annua del 5%, come da attese, rallentando il passo rispetto al 5,2% di settembre (dato rivisto al rialzo dal +5,1% inizialmente reso noto).
Su base mensile, il PCE core è salito dello 0,2%, a un ritmo inferiore rispetto al +0,3% stimato e in indebolimento rispetto al precedente aumento, a settembre, pari a +0,5%.
L’indice PCE headline è salito del 6% su base annua, al di sotto del +6,2% stimato e contro il +6,2% precedente.
Su base mensile, il rialzo è stato dello 0,3%, meno del +0,5% previsto e rispetto al +0,3% precedente.
I numeri avallano le opinioni di chi ritiene che l’inflazione Usa abbia toccato il picco e che la Fed di Jerome Powell possa varare rialzi dei tassi meno aggressivi.
E’ stato lo stesso Jerome Powell a dire ieri, in un intervento al Brookings Institution, che “ha senso moderare il ritmo dei rialzi dei tassi di interesse”.
Powell ha aggiunto che l’intensità delle strette monetarie della Federal Reserve potrebbe essere moderata già nella prossima riunione del Fomc (il braccio di politica monetaria della banca centrale Usa), in calendario i prossimi 13 e 14 dicembre.
Il numero uno della banca centrale americana ha parlato di “progressi significativi” che la Fed ha compiuto “nel rendere la politica (monetaria) sufficientemente restrittiva”.
Certo, “c’è ancora del lavoro da fare” ed “è probabile che ci sia il bisogno di mantenere la politica restrittiva per ancora un po’ di tempo”, al fine di combattere l’inflazione.