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Piazza Affari torna a salire nonostante super-euro, bene banche e STM

25 Gennaio 2018 17:40

Piazza Affari ritrova il segno più dopo la debolezza della vigilia causata dal nuovo scatto in avanti dell’euro. L’indice Ftse Mib è salito dello 0,41% a quota 23.719 punti. I mercati hanno rallentato nel pomeriggio dopo le parole di Mario Draghi che per quest’anno non vede alcun rialzo dei tassi (“probabilità molto basse”, ha detto Draghi) e il forex non rientra nei piani della Bce. Parole che hanno agevolato un nuovo rally dell’euro oltre quota 1,25 (massimi da fine 2014). “Draghi è stato bullish sulla crescita e dovish sulla politica monetaria”, ha commentato Barclasy. Nel suo primo meeting 2018 la Bce ha confermato i tassi a zero e il timing del piano di QE.

Sul fronte macro nuove indicazioni positive dalla Germania. Nel mese di gennaio, l’indice IFO è passato dal 117,2 precedente a 117,6. Gli analisti si attendevano un calo a 117,1 punti. Il dato sulle aspettative di business tedesco, inoltre, ha fatto segnare 108,4, più basso rispetto alla rilevazione precedente a 109,4.

A Milano giornata difficile per Moncler (-1,03%) che paga il downgrade di Societe Generale che tagliato il rating da buy a hold, con prezzo obiettivo passato da 28 a 30 euro. Il downgrade è motivato dal fatto che “la valutazione dell’azione ora risulta in linea con i fondamentali”, (dopo i recenti massimi storici, ndr). Il titolo comunque continua ad offrire “il profilo di crescita più interessante per il 2018-2019 tra i titoli del settore su cui abbiamo copertura”, scrivono gli esperti della banca transalpina.

Bene sul parterre milanese il titolo STM (+0,74%) che ha chiuso il quarto trimestre del 2017 con ricavi in crescita del 32,6% a 2,47 miliardi di dollari, grazie a una crescita a doppia cifra per tutti i gruppi di prodotto. L’utile netto è quasi triplicato, passando da 112 dell’anno prima a 308 milioni di dollari. Alla luce di questa performance, STM prevede per il primo trimestre del 2018 un aumento dei ricavi su base annua del 22%.

Tra i bancari si è mossa bene Intesa Sanpaolo (+1,3%) che sarebbe ai dettagli nelle trattative con la società svedese Intrum sul fronte cessione Npl. Le ultime indiscrezioni riportate da Il Messaggero vedono le parti convergere verso la creazione di una newco contenente la divisione Capital Light e uno stock di Npl di 10-12 miliardi di euro. Il nuovo veicolo societario comprenderebbe anche 750-800 dipendenti e la società svedese rivelerebbe una quota del 51%.

Acquisti anche su Banco BPM (+1,45%) che potrebbe imprimere un’accelerazione al piano di smaltimento dei Npl. La banca nata dalla fusione tra Banco Popolare e BPM sarebbe pronta ad aumentare la quota di NPL coperti da GACS programmata per il primo semestre dell’anno a 5 miliardi dai 3 miliardi inizialmente previsti (valori nominali). Gli esperti di Equita Sim ritengono che l’azione sarebbe finalizzata a “sfruttare al massimo la garanzia pubblica che scade a fine 2018”. L’istituto guidato da Giuseppe Castagna ipotizza una graduale convergenza ad un NPE ratio del 10% al 2020 e al 5% al 2022-2023. “Secondo i nostri calcoli – scrive Equita – il Banco BPM è in grado di rispettare questi standard senza aumenti di capitale e, in caso di necessità, attivando alcuni buffer (cessione di partecipazioni minori, oltre ad Agos-Ducato)”.