Piazza Affari termina in rosso per tensioni geopolitiche, le migliori Leonardo ed Eni
Si chiude all’insegna delle vendite la prima seduta della settimana per Piazza Affari. L’indice Ftse Mib archivia le contrattazioni in ribasso del % a punti, dopo aver comunque recuperato parte delle perdite della mattinata. I mercati azionari si adeguano al sentiment di avversione al rischio degli operatori.
Israele cancellata dalle cartine geografiche, sanzioni contro l’Iraq da far impallidire quelle imposte contro l’Iran, minacce continue di ritorsioni e di vendette: l’uccisione del generale iraniano Qassem Soleimani sembra sempre di più il primo atto di un’escalation di tensioni geopolitiche difficili da contenere, figurarsi da far rientrare. I mercati lo sanno: si vende il rischio, ovvero azioni, mentre si acquistano soprattutto oro, bene rifugio per eccellenza, e yen, valuta rifugio per eccellenza. Le quotazioni dell’oro sono scambiate ai massimi dal 2013, ovvero in quasi sette anni, attorno a 1,588 dollari per oncia. La moneta giapponese lo yen è balzato al record in tre mesi.
Tornando a Piazza Affari, Leonardo chiude in vetta al Ftse Mib con un rialzo del 2,8%. Ben comprata anche Eni (+1,5%), Tenaris (+0,6%) e Saipem (+0,2%), sostenute dalle quotazioni del petrolio.
Debole Atlantia (-0,7%) dopo che Moody’s ha rivisto il rating di Autostrade per l’Italia da ‘Baa3’ a ‘Ba1’ e il rating di Atlantia (holding) dal precedente ‘Ba1’ a ‘Ba2’; anche il rating di Aeroporti di Roma, legato a quello del gruppo Atlantia, passa da ‘Baa3’ a ‘Ba1’. Lo si legge in una nota dell’agenzia di rating che ha deciso di abbassare le valutazioni in relazione alle modifiche unilaterali introdotte con il Decreto Milleproroghe nei contratti delle concessionarie autostradali in Italia.
La peggiore del listino principale è Nexi (-3,9%), insieme a Banco BPM (-2,3%) e STM (-2,3%).