Piazza Affari non sorride, banche giù complice febbre da spread
Il Ftse Mib chiude la seduta in calo dello 0,06% a 20.363 punti, dilapidando sul finale tutti i guadagni di inizio giornata. A pesare è stata l’impennata dello spread Btp-Bund oltre la soglia dei 280 punti base.
L’effetto spread ha appesantito le banche: -2,66% Bper, -2,39% per Banco BPM, -2,36% UBI Banca e -2,28% Unicredit.
Lunedì da protagonista assoluta per Fca dopo la proposta di fusione tra pari avanzata a Renault. Il titolo è arrivato a guadagnare oltre il 19% in Borsa per poi rallentare e chiudere con un balzo di quasi l’8% a 12,37 euro. Il cda di Renault ha valutato come amichevole la proposta di Fca e “studierà con interesse l’opportunità di una tale combinazione aziendale”. Il beneficio principale, rimarca Mediobanca Securities, è la condivisione degli investimenti in relazione alle nuove piattaforme per il lancio di soluzioni ibride / elettriche complete. Nel 2018 Renault ha investito 5,2 miliardi di euro in ricerca e sviluppo, 3,5 miliardi di euro nel caso di FCA. Tra i potenziali ostacoli che potrebbero impedire un eventuale accordo tra FCA e Renault, gli analisti indicano le forti sovrapposizioni in termini di capacità produttiva in Europa (Renault ha 20 stabilimenti in UE, circa 14 in Francia vs 40 impianti FCA, 27 in Italia). “Il risparmio sui costi potrebbe influire su alcune chiusure di impianti che potrebbero essere difficili da raggiungere”. Banca IMI, che ha alzato il rating su Fca a Buy con target price a 15,1 euro, vede tra i rischi possibili quello del mancato raggiungimento delle sinergie di costo, che potrebbero essere inferiori a quelle annunciate.
Calo dello 0,55% in chiusura per Telecom Italia che si era mossa in positivo in mattinata grazie alle ultime indiscrezioni di stampa in merito alla creazione di una società unica con Open Fiber e ad un piano di Cassa Depositi e Prestiti in preparazione per favorire una fusione in tal senso.