Piazza Affari non si ferma: sono 9 rialzi consecutivi, exploit di Azimut
Incipit della nuova ottava con ancora segno più per Piazza Affari. Il Ftse Mib ha archiviato le contrattazioni in progresso dello 0,49% a quota 23.543,55 punti portando a 9 la striscia di sedute consecutive in rialzo. Per l’indice guida di Piazza Affari i livelli raggiunti venerdì scorso rappresentano i massimi a due anni e mezzo.
Oggi l’azionario globale è rimasto orfano di Wall Street, chiusa in occasione della festività dedicata a Martin Luther King. Sul valutario è proseguita la corsa dell’euro, di slancio oltre quota 1,22 contro il dollaro, ai massimi da fine 2014. In Italia i riflettori sono ancora tutti rivolti alle elezioni politiche del prossimo 4 marzo. L’agenzia di rating canadese DBRS, che ha reiterato i rating “BBB (high)/R-1 (low)” dell’Italia con outlook stabile, ritiene che i progressi compiuti dal paese sia sul fronte economico che su quello dei conti pubblici aiuteranno a compensare l’incertezza legata all’esito del voto.
Giornata euforica per Azimut (+12,76% a 18,82 euro). In concomitanza con la diffusione dei dati preliminari 2017, il gruppo di asset management guidato da Pietro Giuliani ha preannunciato la proposta di un dividendo di 2 euro per azione. Confermato l’obiettivo di 300 mln di euro di utile netto consolidato entro il 2019. Inoltre Timone Fiduciaria, che riunisce gli azionisti aderenti al patto di sindacato Azimut Holding, ha rimarcato che gli aderenti al patto hanno discusso, durante la convention di Gruppo riunitasi in data odierna, di dare avvio ad un progetto di studio e valutazione di una potenziale operazione di rafforzamento della partecipazione detenuta nel capitale di Azimut Holding.
Ennesima giornata positiva per Fca (+2,14% a 19,54 euro) che venerdì aveva toccato dei nuovi massimi storici intraday a un soffio da quota 20 euro. Il ceo Sergio Marchionne ha confermato che la riforma fiscale Usa avrà un impatto positivo per il gruppo di circa 1 miliardo di dollari Usa. Marchionne ha smentito imminenti scenari di M&A, ribadendo i target al 2018 e il possibile raddoppio dell’utile al 2022 grazie soprattutto all’apporto del marchio Jeep.
Sul parterre milanese si è mossa bene anche Tenaris (+0,56% a 14,28 euro ). Credit Suisse ha alzato il rating sul titolo a neutral dal precedente underperform, e al contempo è stato rivisto al rialzo il prezzo obiettivo che è salito da 13 a 15 ero ad azione. “Con le quotazioni globali del petrolio in rialzo negli ultimi mesi, alziamo le nostre previsioni sugli utili di Tenaris e il rating a neutral”, affermano da Credit Suisse aggiungendo che il mercato dei tubi Octg impiegati nel settore petrolifero “sembra essere pronto per recuperare terreno, guidato stavolta dall’Emea e dell’America Latina”.
Segno meno per Mediaset (-0,43% a 3,26 euro). Come riportato dal Sole 24 Ore, sarebbe tutto da rifare per la joint venture Tim-Canal plus. Probabile che Telecom Italia prenda la maggioranza del capitale, ovvero il 60% del capitale, mentre il 40% sarebbe diviso in parti uguali tra Mediaset e Vivendi. La quota del Biscione sarebbe assistita da un’opzione put&call verso Vivendi, che consentirebbe a Mediaset di uscire dalla JV a un prezzo più alto.