Piazza Affari chiude male un’ottava da dimenticare, si salva Poste
Segno meno anche nell’ultima seduta della settimana per Piazza Affari che già era reduce da due sedute in deciso affanno complice il ritorno in primo piano del rischio politico. Il concretizzarsi della possibilità di elezioni già il prossimo 4 marzo ha alzato il livello di apprensione degli investitori circa le prospettive di breve termine per l’azionario Italia, che in questo 2017 era stato tra i più gettonati a livello globale. In chiusura l’indice Ftse Mib ha ceduto lo 0,44% a quota 22.094 punti.
Si conferma anche oggi la debolezza del settore bancario con flessioni pronunciate per Banco BPM (-2,32%) e Unicredit (-1,88%). Spicca il crollo di Salvatore Ferragamo (-6,29% a 21,15 euro) in scia al warning sui conti a medio termine. La maison del lusso ha annunciato che non riuscirà a rispettare i target annunciati lo scorso febbraio e anche il 2018 sarà un anno di transizione. Banca Akros in scia al warning della società ha deciso di rivedere al ribasso la raccomandazione a neutral.
In controtendenza Poste Italiane (+4,08%) che ha sottoscritto con Cassa depositi e prestiti (CDP) l’accordo concernente il servizio di raccolta del risparmio postale che prevede, nel triennio 2018-2020, una remunerazione annua in favore di Poste Italiane compresa tra un minimo di 1,55 miliardi di euro e un massimo di 1,85 miliardi di euro.
Bene anche Mediaset (+1,23%) nel giorno dell’assemblea straordinaria per le modifiche a livello di governance. Intanto le ultime indiscrezioni stampa vedono slittare a gennaio la “pace” fra Mediaset e Vivendi con le due società che all’udienza del tribunale del 19 dicembre potrebbero chiedere una proroga dei tempi.