Piazza Affari chiude in calo su crisi Turchia e ampliamento spread, ancora vendite sulle banche
Piazza Affari ha chiuso la prima seduta della settimana in calo, proseguendo i ribassi della scorsa ottava. Tuttavia il listino milanese è riuscito a limitare i danni e terminare lontano dai minimi di giornata, grazie all’andamento positivo di Wall Street e a una possibile distensione dei rapporti tra Stati Uniti e Turchia. Dopo aver toccato un minimo intraday a 20.886 che corrisponde con i minimi 2018, l’indice Ftse Mib ha limitato i danni e sul finale ha segnato un ribasso dello 0,58% a 20.969,26 punti, perdendo per un soffio la soglia psicologica dei 21.000 punti.
Anche nella giornata odierna ha tenuto banco la crisi turca con gli investitori che temono un effetto contagio. La giornata è iniziata con la lira turca su nuovi minimi storici per poi recuperare in scia alle misure messe in atto dalla banca centrale turca per iniettare nel sistema finanziario nuova liquidità e tentare di frenare la caduta della valuta nazionale. Sul finire della giornata però le tensioni si sono allentate dopo una indiscrezione di stampa secondo cui il pastore americano Brunson, accusato di aver partecipato al colpo di stato militare contro Erdogan, sarà rilasciato dagli arresti domiciliari entro il 15 agosto. Il suo arresto aveva fatto scattare l’ira di Donald Trump, l’entrata in vigore delle sanzioni economiche contro il governo di Ankara e lo strappo delle relazioni diplomatiche tra i due paesi.
Tra i singoli titoli di Piazza Affari, le vendite si sono concerate ancora una volta sulle banche, che pagano l’ulteriore ampliamento dello spread che nel corso della giornata si è avvicinato pericolosamente ai picchi toccati il 29 maggio (spread arrivò a 287 pb) all’apice della crisi politica in Italia. La peggiore è stata Banco Bpm con un -3,01%. Hanno seguito a ruota Ubi Banca (-2,89%) e Unicredit (-2,58%), su cui pesano anche i timori per la forte esposizione in Turchia. Il mercato continua a guardare con diffidenza all’Italia con l’avvicinarsi del mese di settembre che vedrà aprirsi la delicata fase dell’approvazione della legge di bilancio 2019 che potrebbe portare a forti attriti con l’Europa. “Non credo che avremo un attacco speculativo – afferma il vice premier, Luigi Di Maio, intervistato da Il Corriere della Sera – Io non vedo il rischio concreto che questo governo sia attaccato, è più una speranza delle opposizioni. E se qualcuno vuole usare i mercati contro il governo, sappia che non siamo ricattabili. Non è l’estate del 2011 e a Palazzo Chigi non c’è Berlusconi, che rinunciò per le sue aziende”. Di contro il leghista Giorgetti ritiene che gli attacchi speculativi ci saranno.
Tornando a Piazza Affari, male anche Leonardo (-2,66%). Secondo indiscrezioni del Sole 24 Ore, il gruppo italiano avrebbe poche possibilità di aggiudicarsi il contratto T-X per l’acquisto di 350 aerei addestratori da parte dell’aviazione americana. I competitors nella gara sono Boeing e Lockheed Martin.
Tra gli acquisti, invece, si è distinta Moncler che ha incassato un +2,72%. Bene anche Azimut che a guadagnato il 2,4% in scia ad alcune speculazioni della stampa italiana circa un interesse di Mediobanca per la società. Secondo indiscrezioni sarebbe Mediobanca ad essere interessata ad Azimut e l’operazione potrebbe prendere forma di Opas.