Petrolio, sale il prezzo dopo le tensioni in Medio Oriente
Il prezzo del petrolio continua a salire, alimentato dalle crescenti tensioni in Medio Oriente. L’attesa di un possibile blitz di Israele in Iran, a seguito dell’attacco missilistico di Teheran, ha rafforzato il mercato energetico. Nonostante la Casa Bianca abbia dichiarato di non sostenere attacchi su obiettivi nucleari, le milizie israeliane stanno identificando obiettivi sensibili.
Attualmente il Brent del Mare del Nord è in aumento di quasi il 2%, raggiungendo i 75,34 dollari al barile, mentre il WTI (light crude statunitense) segna un incremento del 2,12%, attestandosi a 71,58 dollari al barile. Nonostante questo rialzo, la performance annuale rimane modesta, con una perdita di circa il 3% nel mese scorso, a causa delle aspettative di un aumento della produzione da parte dell’Opec+, previsto per i primi di dicembre.
I dati settimanali dell’EIA sulle scorte negli Stati Uniti hanno rivelato un incremento delle riserve di greggio di circa 3,9 milioni di barili, in contrasto con le previsioni di una diminuzione di 1,5 milioni. Le scorte di distillati hanno visto un calo di 1,3 milioni, inferiore alle aspettative di 1,9 milioni, mentre le riserve di benzina sono aumentate di 1,1 milioni, contro una previsione di calo di 0,5 milioni.