Petrolio: Opec costringe shale oil sulla difensiva (analisti)
Il petrolio si muove al rialzo dopo la decisione dell’Opec di estendere i tagli produttivi decisi nel novembre 2016 a tutto il 2018. Non è però un rialzo così deciso, poco più di mezzo punto percentuale sia per il Brent che per il Wti in quanto la notizia “non rappresenta una sorpresa per i mercati che l’avevano già prezzata. La curva dei future sul petrolio sempre più in backwardation e il recente aumento dei prezzi, non solo hanno giustificato la decisione dell’ Opec di limitare l’offerta, ma stanno ora incoraggiando altre nazioni produttrici a partecipare ai tagli della stessa – spiega Viktor Nossek, direttore della Ricerca di Wisdom Tree Europe, che prosegue – Ciò mette in luce la crescente volontà dei paesi produttori di restringere collettivamente l’offerta per scongiurare la minaccia rappresentata dello shale oil e far aumentare i prezzi. Il boom produttivo di shale in precedenza ha agito da freno rispetto a qualsiasi tendenza rialzista del greggio derivante dall’accordo dell’Opec sul taglio della produzione. Questa volta la situazione potrebbe essere differente: con lo shale a lottare per controbilanciare i tagli alla produzione dell’ Opec, un contesto strutturalmente rialzista per il greggio potrebbe essere in preparazione”.