Per Fmi Italia rischio globale? Tria: ‘rischio viene piuttosto da politiche del Fondo’
Il ministro dell’economia Giovanni Tria si scaglia contro la revisione al ribasso del Pil italiano da parte dell’Fmi e contro l’assunto secondo cui la frenata dell’economia italiana sarebbe un rischio globale.
“Non credo che l’Italia sia un rischio né per l’Ue né globale”, in realtà il rischio viene dalle “politiche consigliate dal Fmi”, ha detto Tria al termine dell’Eurogruppo, aggiungendo che all’Fmi e alla Commissione prevale l’idea che “bisogna accumulare buffer fiscali per essere pronti e avere lo spazio per reagire in caso di crisi, ma con questa tesi non si vede che, per voler accumulare mezzi per reagire alla crisi, si crea la crisi”.
Il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto al ribasso la crescita dell’Eurozona dal +1,9% atteso a ottobre al +1,6%. Tra le più forti revisioni al ribasso, quella che ha colpito l’Italia, innescando un caso politico – per cui la crescita è prevista ora dall’Fmi a +0,6% rispetto al +1% precedente – e anche quella che ha colpito il Pil tedesco (downgrade pari a -0,6 punti percentuali). In questo caso il Fondo prevede un rialzo del Pil, nel 2019 dell’1,3%.
Il fatto che Washington consideri l’Italia un rischio globale come la Brexit ha scatenato l’ira dei due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio.
Così il vicepremier, leader del M5S e ministro degli Sviluppo economico:
“All’Fmi ha già risposto il presidente della commissione europea che ha detto che hanno sbagliato a fidarsi dell’Fmi sulla Grecia con l’austerità. Stiamo creando un nuovo stato sociale: non arretriamo, di fronte a chi addirittura definisce l’Italia una delle cause della recessione economica. Non lo possiamo accettare”. E “se pensano che con qualche dato possano scoraggiarci si sbagliano: indietro non si torna”.
Così il vicepremier, leader della Lega e ministro dell’Interno, Matteo Salvini: “L’Italia minaccia e rischio per l’economia globale? Piuttosto è il Fmi che è una minaccia per l’economia mondiale, una storia di ricette economiche coronata da previsioni errate, pochi successi e molti disastri”.
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