Oro: tensioni geopolitiche non sono unico motivo dietro ascesa prezzi (analisti)
Le crescenti tensioni geopolitiche, con il nuovo test missilistico di questa notte da parte della Corea del Nord, hanno spinto l’oro ai nuovi massimi annui con un picco a 1.331,18 dollari l’oncia. Un’importante sponda arriva anche dalla pronunciata debolezza del dollaro Usa, sceso ai minimi a due anni e mezzo contro l’euro.
“Con le crescenti tensioni fra gli USA e la Corea del Nord è tornata la volatilità – sottolinea Yann Quelenn, strategist di Swissquote Europe – . Crediamo inoltre che le tensioni non siano l’unico motivo dell’ascesa dell’oro. Anche le ragioni economiche contano. L’indice statunitense S&P 500 è passato da 2.480 a 2.440 punti e sembra che gli investitori siano più restii ad acquistare azioni a prezzi così elevati”.
“Oltretutto – prosegue Quelenn – riteniamo che la Fed abbia compiuto una netta inversione a U, alzando due volte i tassi quest’anno per poi affermare di aver quasi finito di ritoccare i tassi. La banca centrale statunitense si è trasformata da falco a colomba. Ricordiamo che la Fed avrebbe dovuto alzare i tassi 3-4 volte quest’anno. Ora i mercati escludono che ci sarà un altro rialzo entro la fine dell’anno”.