Oro: per Ubs salirà a 2.900 dollari l’oncia entro fine 2025
Secondo UBS Group, l’oro potrebbe salire fino a 2.900 dollari l’oncia entro la fine del prossimo anno, un’analisi che rispecchia le previsioni di Goldman Sachs. L’aumento delle riserve da parte delle banche centrali è un fattore chiave per questa previsione.
Gli analisti di UBS segnalano che potrebbe esserci un periodo di consolidamento a causa del rafforzamento del dollaro e dei timori legati a un possibile incremento dei tassi di interesse negli Stati Uniti. Tuttavia, si prevede una ripresa del prezzo dell’oro, con un ulteriore aumento fino a 2.950 dollari l’oncia entro la fine del 2026.
“Il sostegno ai prezzi dovrebbe derivare da continui investimenti strategici in oro e acquisti da parte del settore ufficiale, in un contesto di alta volatilità macroeconomica e persistenti rischi geopolitici”, affermano gli analisti. Nel 2024, l’oro è stato uno dei beni più performanti, raggiungendo record successivi prima di un calo post-elezioni presidenziali statunitensi. Il rialzo di quest’anno è stato sostenuto dall’accumulo delle banche centrali e dall’allentamento monetario della Federal Reserve, oltre che dalle tensioni geopolitiche in Europa e Medio Oriente.
Attualmente, l’oro spot è quotato intorno ai 2.630 dollari l’oncia, con un incremento del 28% quest’anno. Goldman Sachs prevede che il metallo prezioso possa toccare i 3.000 dollari l’oncia entro la fine del prossimo anno, grazie alla maggiore domanda delle banche centrali e ai flussi verso i fondi negoziati in borsa.
UBS sottolinea inoltre che le autorità monetarie continueranno ad acquistare oro fisico per diversificare le riserve, dati i rischi geopolitici e le sanzioni. “Molte riserve auree delle banche centrali restano piccole come percentuale degli asset totali”, aggiunge l’analisi.