Opec più forte del coronavirus. Prezzi petrolio schizzano +7% in due sessioni anche per banche centrali
Il fattore Opec è più forte del coronavirus, almeno quando si tratta di prezzi del petrolio, che ora hanno anche l’assist delle speculazioni su un’azione concertata imminente da parte delle banche centrali.
I prezzi del Brent crude sono saliti così fino a +2,4% a $53,16, mentre le quotazioni del WTI sono avanzate fino a +2,7%, a $47,99 al barile.
Nelle ultime sessioni i prezzi del petrolio WTI e Brent hanno recuperato terreno, dopo essere capitolati di oltre il 20% dai record del 2020, a causa dei timori su un forte rallentamento dell’economia a livello globale provocato dagli effetti negativi del coronavirus.
Dallo scorso venerdì, il WTI è balzato del 7,2%, mentre il Brent è salito del 7%. Si tratta del rialzo in due giorni, su base percentuale, più forte per entrambi i contratti dal rally successivo agli attacchi missilistici contro gli impianti sauditi, avvenuti nel settembre del 2019.
Alcuni paesi Opec hanno segnalato negli ultimi giorni l’intenzione di tagliare la produzione fino a 1 milione di barili al giorno, rispetto alla riduzione precedentemente proposta, pari a -600.000 barili al giorno.
L’Opec e i paesi non Opec annunceranno il verdetto sui tagli nel corso della riunione a Vienna, attesa per i prossimi 5-6 marzo. Il taglio alla produzione di 1,7 milioni di barili al giorno concordato precedentemente dai paesi esportatori di petrolio scade alla fine di marzo.