Nel BCE-Day l’euro flirta con la parità sul dollaro. Valuta Usa scatta a record ultimi decenni su yen e sterlina
L’euro flirta con la parità con il dollaro nel BCE Day. In attesa dell’annuncio della Bce sui tassi, la moneta unica è ingessata attorno a $1,002.
Nella giornata di ieri la valuta dell’Eurozona è tornata sotto la soglia di $0,99, bucata per la prima volta in 20 anni all’inizio della settimana, fino a scendere a $0,9864 l’altroieri, al valore più basso dall’ottobre del 2002.
Il dollaro scatta al rialzo oggi in modo più sostenuto nei confronti della sterlina e dello yen. Nei confronti dello yen giapponese, il biglietto verde è salito fino a JPY 144,99, al record dall’agosto del 1998, dunque degli ultimi 24 anni, per poi ridurre i guadagni e attestarsi a 144,09 yen.
Sulla sterlina, il dollaro è balzato fino a $1,1407, al valore massimo degli ultimi 37 anni, ovvero dal 1985. “Sembra che l’Europa e il Regno Unito siano destinati a due mesi densi di sfide, con la recessione che è molto probabile in entrambi i casi. Dall’altra parte gli Stati Uniti appaiono molto resilienti” e la Fed di Jerome Powell si appresta a varare una stretta monetaria di 75 punti base nella prossima riunione.
La decisione sui tassi del Fomc, il braccio di politica monetaria della Federal Reserve, è attesa per il prossimo 21 settembre, dopo una riunione di due giorni.
Riguardo all’euro e alla Bce, la moneta unica trova sostegno nella possibilità che la Banca centrale europea annunci un maxi rialzo dei tassi di 75 punti base.
Tuttavia, la suspense sui mercati si è fatta più alta dopo la circolazione di alcune indiscrezioni, secondo cui Lagarde starebbe proponendo ai membri più hawkish della Bce di alzare i tassi non di 75 punti base ma, a fronte dello stop dei flussi di gas dalla Russia all’Europa attraverso il gasdotto Nord Stream 1 e delle relative preoccupazioni, e sulla scia dei vari alert sull’arrivo di una recessione e/o di una crisi dei debiti sovrani, di 50 punti base.