Mps, rumor adesioni Anima & Co ad aumento di capitale mettono il turbo al titolo. Rally del 5% in Borsa
Il titolo Mps mette il turbo in Borsa, salendo a Piazza Affari del 5%, rispetto al rialzo del 2% delle prime ore della giornata di contrattazioni.
Anima Holding sarebbe pronta a dare il suo contributo per far partire l’aumento di capitale di Mps. L’Ansa ha riportato l’indiscrezione secondo cui la società di gestione del risparmio, già partner industriale del Monte, sarebbe pronta a contribuire all’operazione di aumento di capitale mettendo sul piatto 25 milioni di euro circa.
Secondo quanto apprende l’Ansa “da fonti finanziarie, (Anima) è intenzionata a convocare – nel più breve tempo possibile compatibilmente con i tempi tecnici richiesti dall’istruttoria – un cda per deliberare il suo intervento nella ricapitalizzazione”.
L’agenzia di stampa Radiocor riporta inoltre altri rumor secondo cui a partecipare all’operazione di ricapitalizzazione del Monte dei Paschi ci sarebbe anche la Fondazione Cr Firenze, presieduta da Luigi Salvadori, i cui organi avrebbero già deliberato un intervento da 10 milioni.
“Non si esclude che il pressing del territorio spinga anche la Fondazione Mps a dare un contributo, poco più che simbolico, all’operazione”.
Si segnala che le banche del consorzio di garanzia non hanno ancora apposto la firma che permetterebbe all’aumento di capitale di Mps, banca senese partecipata per il 64% dal Tesoro, di partire il prossimo lunedì, 17 ottobre.
Le banche del consorzio di garanzia, si ricorda, sono Mediobanca, Credit Suisse, BofA Securities, Citigroup, Credit Suisse; a queste si sono affiancate come joint bookrunners Société Générale, Sitfel Europe Bank, Banco Santander e Barclays.
A giugno, questi istituti hanno sottoscritto il contratto di pre-underwriting, in vista della firma finale alla sottoscrizione dell’inoptato, ovvero di quelle azioni che, con l’aumento di capitale, Mps non riuscirà a piazzare.
Complice la volatilità del mercato e il timing della ricapitalizzazione, il consorzio non vuole trovarsi con il cerino in mano, ovvero non vuole finire con il sottoscrivere un inoptato consistente.
La ragione è che le banche, ovviamente, non ci pensano proprio a esporsi troppo al rischio di un eventuale tonfo delle nuove azioni Mps post aumento di capitale.
Le banche del consorzio chiederebbero un impegno, da parte degli investitori privati, pari alla metà dei 900 milioni di capitali privati necessari.
Oggi il Sole 24 Ore ha riportato che, nella giornata di ieri, “si sarebbe rischiata anche la rottura del consorzio, con l’uscita di scena delle banche componenti”.
Il titolo Anima Holding cede poco prima delle 13 ora italiana il 2,5% circa, a fronte del calo pari a -0,50% dell’indice Ftse Mib.