Moscovici: ‘Spetta a governo dimostrare che procedura può essere evitata. Conti pessimi’ (Il Sole 24 Ore)
“Abbiamo effettuato una analisi accurata, precisa, multifattoriale. Su questa base abbiamo constatato che una procedura per debito eccessivo è giustificata. Non è la fine della storia. La nostra analisi sarà esaminata prossimamente dai paesi membri a livello tecnico e poi politico. Spetta ora al governo italiano produrre analisi, cifre o misure tali da dimostrare che questa procedura può essere evitata”. Così il Commissario Ue agli Affari economici e monetari spiega in un’intervista rilasciata a Il Sole 24 Ore, cosa intendeva dire quando ieri, in italiano, ha detto “la mia porta è aperta”, rivolgendosi all’Italia e alla decisione della Commissione europea di ritenere giustificato il lancio di un procedimento disciplinare contro Roma.
Moscovici precisa che è “al Consiglio, ai paesi partner dell’Italia, a cui spetta l’eventuale apertura di una procedura per debito eccessivo” e ci tiene a “chiarire che non vi è alcun conflitto tra Roma e Bruxelles o una qualche forma di confrontazione organizzata. Vi è solo un’analisi dei fatti”.
Quale?
“Il primo problema riguarda il 2018. L’impegno italiano era una riduzione del deficit strutturale dello 0,3% del prodotto interno lordo. Il risultato finale è stato un peggioramento dello 0,1% del Pil. Il solo modo per compensare questo risultato sarebbe di presentare per il 2019 e il 2020 cifre, impegni e prospettive estremamente promettenti. Sulla base dei dati oggi a nostra disposizione, non è così per il 2019, un anno per il quale si prevede un peggioramento del saldo strutturale, mentre nell’accordo siglato nel dicembre scorso il governo italiano si impegnava a evitare un deterioramento del deficit strutturale. Per il 2020, poi, prevediamo un deficit nominale in ulteriore aumento, al 3,5% del Pil e un debito pubblico al 135% del Pil. Non sono cifre compatibili con le regole di bilancio, e non sono neppure buone per l’Italia: non consentono alcuna crescita economica, producono un peggioramento delle finanze pubbliche, non convincono i mercati. Sono desolato di vedere che oggi lo spread greco è più basso dello spread italiano”.
Alla domanda se si senta presa in giro dall’Italia, che non è riuscita a mantenere gli impegni presi dopo aver sventato già lo scorso dicembre l’avvio di una procedura di infrazione, Moscovoci ha risposto così:
“Le risponderò con il titolo di una canzone di Edith Piaf: con il titolo di una canzone di Edith Piaf: Non, je ne regrette rien. In dicembre, stavamo discutendo un bilancio in corso di approvazione, la Finanziaria per il 2019. Oggi abbiamo a che fare con i dati definitivi del 2018 e l’aumento del debito rispetto al 2017. Non ho il sentimento di avere a che fare con partner in malafede. Il clima è difficile, gli impegni anche”. E Moscovici ammette anche che la situazione attuale non era prevedibile:
“Soprattutto, il crollo della crescita non era prevedibile. Il che dimostra, tra parentesi, che la stessa politica seguita dal governo Conte non è miracolosa”.
In sostanza, secondo Moscovici spetta a questo punto al “governo italiano dimostrare che la procedura può essere evitata”. Certo “i conti sono pessimi, l’Italia è andata ben oltre i limiti consentiti”.