Moncler: Ruffini preoccupato per proteste a Hong Kong, titolo sui minimi di gennaio
Seduta da dimenticare a Piazza Affari per Moncler con il titolo che accusa un ribasso del 4,5% a 32,60 euro, tornando sui minimi di gennaio 2019 e scivolando all’ultimo posto dell’indice Ftse Mib (oggi in rialzo dello 0,7%). Sulla società produttrice di piumini pesano le dichiarazioni che sono state rilasciate dall’amministratore delegato Remo Ruffini in merito alle possibili ripercussioni delle proteste antigovernative in corso ad Hong Kong da oltre tre mesi sullo scenario di crescita del gruppo Moncler per il 2019.
“E’ un momento non facile. Hong Kong è in una situazione non ottimale e lo è anche tutto il sud asiatico compresi Macao e Taiwan”, ha detto Ruffini. “Se non ci fosse Hong Kong sarebbe un bell’anno ma c’è ed è un problema”, ha aggiunto.
Le nuove dichiarazioni più improntate alla prudenza del manager arrivano dopo le indicazioni ottimistiche che lo stesso Ruffini aveva espresso nel corso della presentazione dei conti semestrali di Moncler. In quell’occasione il ceo aveva ipotizzato uno scenario di ulteriore crescita per il gruppo nel corso del 2019. Alla domanda se Moncler può confermare queste previsioni Ruffini ha risposto: “Speriamo di sì ma il mondo è complicato”.
Si ricorda infine che il mercato di Hong Kong pesa per il 6-7% dei ricavi totali di Moncler. Aggiungendo ad Hong Kong anche il peso di Macao e Taiwan, allora il valore sale in un intervallo compreso tra l’8 e il 9% del fatturato consolidato.