Mercati sull’attenti post Fed e nel BCE-Day. Il trend della borsa di Tokyo e dei futures Usa
Mercati azionari incerti dopo la decisione sui tassi della Fed di Jerome Powell e in attesa dell’annuncio della Bce di Lagarde.
Nella serata italiana di ieri, al termine della riunione durata due giorni il Fomc, il braccio di politica monetaria della Federal Reserve, ha annunciato di aver lasciato i tassi al range a cui erano stati portati il 3 maggio scorso, compreso tra il 5% e il 5,25%, record dal luglio del 2006.
Tuttavia, nella conferenza stampa che ha seguito l’annuncio del Fomc, è stato lo stesso Jerome Powell a comunicare che “quasi tutti gli esponenti del Fomc ritengono appropriati ulteriori rialzi dei tassi nel corso di quest’anno”.
Quella annunciata è dunque solo una pausa, non la fine della fase di rialzi dei tassi da parte della Federal Reserve.
Wall Street ha chiuso la sessione contrastata, a seguito dell’annuncio della Fed: il Dow industrial average ha perso -232,79 punti (-0,68%), a quota 33979.32.
Lo S&P 500 è salito di 3,50 punti (+0,08%), a 4372.52, mentre il Nasdaq è avanzato di 53,15 punti (+0,39%) a 13.626,47 punti.
Alle 8.20 circa ora italiana, i futures sui principali indici azionari Usa sono lievemente negativi:
i contratti sul Dow Jones e sullo S&P 500 perdono lo 0,03%, mentre i futures sul Nasdaq arretrano dello 0,18% circa.
In Asia l’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso appena al di sotto della parità, in ribasso dello 0,05%.
Seoul in flessione dello 0,18%, mentre positive sono le borse di Hong Kong e Shanghai, in progresso rispettivamente dell’1,30% e dello 0,45% circa. La borsa di Sidney avanza dello 0,25%.
Oggi tocca alla Bce, che farà l’annuncio sui tassi alle 14.15 ora italiana. Gli analisti prevedono un altro rialzo dei tassi di 25 punti base, che dovrebbe portare così i tassi sui depositi al 3,5%, record dal 2001.
La presidente dell’Eurotower Christine Lagarde è stata più che chiara nel ribadire nei giorni scorsi l’intenzione di andare avanti nella sua lotta contro l’inflazione.
Va detto tuttavia che l’economia dell’Eurozona è scivolata ufficialmente nella condizione di recessione tecnica.
Nei primi tre mesi del 2023, il Pil dell’Eurozona si è contratto infatti dello 0,1%.
La notizia, di per sé già negativa, è diventata ancora più drammatica in quanto accompagnata dalla revisione dei numeri dell’ultimo trimestre del 2022.
Il Pil di quel periodo è stato rivisto infatti al ribasso, dal trend invariato inizialmente riportato, a una flessione dello 0,1%.
Oggi ha fatto l’annuncio sui tassi anche la People’s Bank of China, banca centrale della Cina:
l’istituzione ha tagliato i tassi di interesse MLF a 1 anno dal 2,75% al 2,65%, dunque di 10 punti base.
I tassi MLF a 1 anno sono stati tagliati dalla banca centrale della Cina per la prima volta in dieci mesi.
Obiettivo: sostenere l’economia, la cui performance si è mostrata più debole rispetto alle aspettative.