Mercati e volatilità: rilevanza assunta da ETF e fondi quantitativi potrebbe aumentare portata nuovi momenti tensione (analisti)
La volatilità, dopo essere stata per mesi insolitamente assopita, si è risvegliata, facendo sentire il suo impatto in modo abbastanza brusco sui mercati a partire da inizio febbraio. Dopo la forte correzione iniziale, partita da Wall Street – a causa dei timori legati a livelli di inflazione superiori alle attese in Usa ed ad una Fed che potenzialmente avrebbe potuto essere in anticipo più restrittiva – i mercati azionari si sono in vario grado stabilizzati. “In questa fase – rimarca Anima nella sua view mensile di marzo – i mercati risultano ormai concentrati principalmente su due aspetti. Innanzitutto il (sempre più probabile) ritorno dell’inflazione che, lentamente, sta rifacendo la sua comparsa in America, così come in Europa, complici le pressioni salariali comportate da un mercato del lavoro più saturo. In secondo luogo, gli sviluppi delle politiche monetarie, in quanto le principali Banche Centrali dovrebbero proseguire lungo il sentiero ormai tracciato di normalizzazione e, salvo sorprese, con un passo graduale e prudente”. Ieri la BCE ha proseguito in questa direzione “compiendo un ulteriore passo verso l’operazione di uscita dal QE entro il 2018”, rimuovendo dal comunicato ufficiale il cosiddetto easing bias, ossia il riferimento alla possibilità di variare al rialzo il flusso di acquisti mensili di titoli. “Tra l’altro il 2018 rappresenta un vero e proprio anno di transizione, in quanto, se i bilanci delle principali quattro Banche Centrali (BCE, Fed, BoJ e BoE) si stanno espandendo ad un ritmo sempre più lento è altrettanto vero che quest’anno si assisterà probabilmente al picco di liquidità sui mercati”, si legge nel report Anima Flash che ritiene necessaria al momento una gestione attiva e tattica in funzione degli eventi.
“La contrapposizione tra fondamentali solidi da una parte e attese di riduzione della liquidità a livello globale, dovrebbe infatti comportare un livello strutturalmente più alto di volatilità, di cui si è già avuto una prima chiara conferma. Inoltre, va tenuto conto che la mutata struttura dei mercati e in particolare la rilevanza assunta da ETF e fondi quantitativi in termini di masse e flussi, potrebbero incrementare la portata di nuovi ed eventuali momenti di tensione”, argomenta il team gestionale di Anima che ha corretto da positiva a “tatticamente neutrale” la propria strategia sull’azionario fatta eccezione del giudizio positivo sui mercati emergenti; di qui un aumento della liquidità nei portafogli, accompagnato da una riduzione dell’esposizione direzionale ed un crescente focus sulle società a basso beta e di alta qualità. Sull’asset class obbligazionaria, in vista del futuro rialzo dei tassi, viene mantenuta ancora la view negativa.