News Notizie Notizie Italia Manovra 2020, Dpb: da maggiori entrate spunta tesoretto di 3 MLD, con spending review attesi 2,7 MLD

Manovra 2020, Dpb: da maggiori entrate spunta tesoretto di 3 MLD, con spending review attesi 2,7 MLD

16 Ottobre 2019 15:10

Riguardo alla Spending Review, all’interno del Documento programmatico di Bilancio approdato sul tavolo della Commissione europea, dopo l’ok del CdM alla legge di bilancio e al decreto fiscale, si parla di revisione e rimodulazione della spesa a livello centrale, con la seguente motivazione: “Razionalizzazione e revisione della spesa delle amministrazioni centrali dello Stato”.

A tal fine il Dpb elenca le seguenti misure:

a) Risparmi prodotti attraverso la revisione delle procedure amministrative o organizzative, il definanziamento di progetti in relazione alla loro efficacia o priorità e la revisione dei meccanismi o parametri che determinano le esigenze di spesa

b) Rimodulazione di altre spese in base alle priorità e della tempistica dei trasferimenti a vari enti in base alle effettive esigenze dello stato di avanzamento dei lavori, mantenendo comunque invariato il totale nel tempo.

Emerge dallo stesso Dpb un “tesoretto” di tre miliardi di euro, grazie alle maggiori entrate tributarie:

“Rispetto alle stime della Nadef, si registra un significativo miglioramento delle entrate tributarie che si ripercuote sull’intero periodo di previsione. Per l’anno 2020 si stimano complessivamente maggiori entrate per circa 3 miliardi di euro”.

Tornando alla rimodulazione e razionalizzazione delle spese centrali, nel testo si legge che da queste azioni il governo stima di “reperire risorse per circa 2,7 miliardi”.

Sul fronte del contenimento della spesa, è previsto un risparmio di oltre 0,1 punti percentuali di Pil nel 2020 “da misure di efficientamento e di revisione o soppressione di disposizioni normative vigenti in relazione alla loro efficacia o priorità”.

Nel Documento si precisa che un taglio di questa portata “corrisponde a un aggiustamento strutturale annuo dello 0,6 per cento del Pil”.