News Notizie Dati Macroeconomici Istat, vendite al dettaglio a +0,5% in valore. UNC: rischio Natale in bianco

Istat, vendite al dettaglio a +0,5% in valore. UNC: rischio Natale in bianco

8 Novembre 2022 10:51

Il terzo trimestre del 2022 si chiude con una crescita congiunturale delle vendite in valore, a cui si contrappone un calo di quelle in volume. Come rende noto l’Istat, a settembre 2022 si stima un aumento congiunturale per le vendite al dettaglio in valore (+0,5%) mentre quelle in volume restano stazionarie. Le vendite dei beni alimentari sono in crescita in valore (+0,8%) e registrano una flessione in volume (-0,2%), mentre quelle dei beni non alimentari aumentano sia in valore sia in volume (rispettivamente +0,4% e +0,1%).

“Dati negativi! Il rischio di un Natale in bianco è fondato. Il rialzo delle vendite è un effetto ottico dovuto all’inflazione. I dati in volume, infatti, sono ben diversi e calano del 2,7% su base annua, Il carovita e il caro bollette stanno avendo effetti nefasti sugli acquisti, persino quelli alimentari, ossia quelli per definizione più obbligati, che precipitano del 4,5% su settembre 2021. Insomma, gli italiani sono a dieta forzata. Urge ridare loro capacità di spesa” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

Secondo lo studio dell’Unione Nazionale Consumatori, le vendite alimentari di settembre in volume, nei dati grezzi, sono inferiori anche nel confronto con settembre 2020, -3,3% e con settembre 2019, -1,2%. “Il Governo deve aumentare il reddito disponibile delle famiglie prima di Natale, per contenere subito la perdita del potere d’acquisto dei lavoratori, ad esempio detassando la tredicesima, o, meglio ancora, con una quattordicesima, rimborsata dallo Stato e destinata a chi guadagna meno di 35 mila euro, una ripetizione del bonus di 200 euro erogato a luglio dal Governo Draghi, che andrebbe, però, triplicato e portato a 600 euro. Insomma, un conto è non disperdere risorse in bonus inutili, dati magari a pioggia, cosa sacrosanta, un conto è limitarsi a interventi strutturali, tipo l’auspicato adeguamento degli stipendi all’inflazione, che avrebbero però effetti significativi sulle tasche degli italiani solo dopo mesi. Va aiutato ora chi non arriva a fine mese” conclude Dona.