Inflazione Usa rallenta, rialzi tassi Fed iniziano a funzionare. Crescita core si indebolisce da record ultimi 40 anni
L’inflazione Usa inizia davvero a rallentare il passo, per effetto dei rialzi dei tassi aggressivi da parte della Fed di Jerome Powell. Reso noto l’indice dei prezzi al consumo (CPI) di ottobre, che su base mensile è salito dello 0,4%, meno del +0,6% atteso e come nel mese di settembre.
L’inflazione core è salita su base mensile dello 0,3%, meno del +0,5% stimato e in rallentamento rispetto al +0,6% precedente.
Su base annua, la crescita dell’inflazione headline si è indebolita dal precedente rialzo dell’8,2% al +7,7%, al ritmo inferiore rispetto al +8% atteso dal consensus.
La crescita dell’inflazione core è diminuita anch’essa, passando dal ritmo massimo degli ultimi 40 anni pari a +6,6% di settembre, al +6,3% di ottobre.
Quello appena reso noto è un dato chiave per la Federal Reserve, che si riunirà alla metà di dicembre, per sfornare un altro rialzo dei tassi nella sua battaglia contro l’inflazione.
Il presidente della banca centrale americana Powell ha lasciato intendere che i rialzi dei tassi Usa potrebbero essere meno aggressivi (anche se, al contempo, ha detto che il valore del tasso terminale potrebbe confermarsi più alto di quanto previsto).
Lo scorso 2 novembre, la Fed ha alzato i tassi di 75 punti base, portandoli dal range compreso tra il 3% e il 3,25% al nuovo range compreso tra il 3,75% e il 4%, valore record dal 2008.