Indagine Acri-Ipsos: ‘per 73% italiani grave errore uscire da Ue, per 60% euro sarà sempre più vantaggio’
Per il 73% degli italiani sarebbe un grave errore uscire dall’Ue. E’ quanto emerge dall’indagine annuale dell’Acri (Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio) realizzata con l’Ipsos per la 95esima Giornata mondiale del risparmio, in calendario nella giornata di domani. Dal rapporto emerge comunque che gli italiani sono delusi dall’Europa, verso la quale hanno “reazioni ambivalenti: l’oggi delude molto, ma appena si sposta lo sguardo sul futuro si ritrova l’antico europeismo”.
Per il 60% “l’euro nel futuro sarà sempre più un vantaggio”.
L’Unione Europea, “continua a dividere gli italiani: il 49% ne ha fiducia, mentre il 51% ne ha poca. Se questa bassa fiducia aleggia ormai da anni, come riportano anche i dati di Eurobarometro di giugno 2019 (il 55% non si fida dell’Ue), è anche vero che per il 65% dei nostri concittadini l’Europa andrà nella giusta direzione. Questo dato è in forte crescita rispetto al 2018 (+14 punti percentuali) e si contrappone al contenuto 24% che ritiene che l’Europa stia andando nella direzione sbagliata”.
“Del resto anche nei confronti dell’euro le negatività si stanno attenuando: il 37% oggi è a favore, dato in crescita da cinque anni. Soprattutto i giovani ritengono che in prospettiva sia imprescindibile per il Paese: il 65% contro il 60% del totale Italia, in crescita di quattro punti dall’anno scorso e di 13 punti dal 2013”.
Detto questo, il pessimismo dei cittadini nei confronti dell’economia italiana è in crescita:
È ancora diffusa “la sensazione che la crisi sia ancora lunga da superare (ci vorranno in media quasi cinque anni) ed è in serio aumento il pessimismo sull’Italia: il 39% è pessimista sui prossimi tre anni, mentre il 24% è ottimista”.
Contestualmente, “si riduce la fiducia riposta nell’economia europea e mondiale. Rispetto a quella europea il 28% di ottimisti è bilanciato dal 29% di pessimisti, rispetto a quella mondiale ottimisti e pessimisti sono entrambi al 25%, ma un anno fa gli ottimisti sopravanzavano i pessimisti di 7 punti percentuali. Questo aumento del pessimismo, sia pur con forme diverse, è diffuso in tutti i paesi occidentali”.